lunedì 24 dicembre 2012

Buone Festeeee!!!!


Ogni tanto ho l'ispirazione per fare qualche lavoretto di fantasia riguardanti film. Essendo in periodo natalizio, ho voluto fare gli auguri, attraverso un film che mi piace assai, in modo particolare e comico. Perché il film in questione ha dei momenti comici che lo rendono  peculiare nel suo genere ovvero Predator
Per i fan di Arnold Schwarzenegger e del film (diretto da John McTiernan), le foto sulle quali ho creato queste semplici vignette sono note.  La scena in cui Dutch/Arnold urla con la torcia, di fronte al lago illuminato dalla luna piena, è pura leggenda. 
Buone feste! 

Predator

giovedì 20 dicembre 2012

Romanzo Criminale


Regia: Michele Placido
Anno: 2005
Attori: Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Anna Mouglalis

Scamarcio - Favino - Trinca - Mouglalis - Santamaria - Rossi Stuart - Accorsi
Michele Placido è un attore e regista che conosce bene il cinema anni 70, il cinema di denuncia. E la storia italiana travagliata dalle varie lotte e omicidi di quel periodo. Lui stesso ha lavorato in alcuni film anni 70 e negli anni 80 con uno dei registi più bravi nel cinema di denuncia come Damiano Damiani nel film Pizza Connection e la serie tv La Piovra e anche con Carlo Lizzani. Romanzo Criminale è tratto dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo, uscito nel 2002, ispirato alle vicende della banda della Magliana. Fin dai primi minuti si nota la mano esperta di Placido, in alcune riprese, frutto di anni di esperienze.
Credo che lo scopo del film sia quello di far notare, attraverso la prospettiva di una banda, la storia italiana piena di buchi e di misteri che ci sono riguardo a molti omicidi e stragi ancora senza un nome e un perché. Il tutto nell’arco di due ore e mezza circa di durata con conseguente non ottima caratterizzazione dei vari personaggi (a parte quella dei protagonisti Libanese, Dandi e Freddo, per tutti gli altri personaggi si rimanda all’ottima serie televisiva). Questo perché si voleva mettere in evidenza la nostra strana triste storia quasi senza senso, in parallelo alla vita dei criminali, che volevano semplicemente conquistare Roma e che invece vengono a loro volta trattati da burattini da forze misteriose e in un certo senso sono loro a fare da sfondo alla storia del film ovvero agli anni difficili a cavallo tra gli anni 70 e 80. Come in un film noir, i protagonisti della banda sono in un certo senso umani, e con qualcosa di romantico. Bella la fotografia di alcune scene girate di notte, dando il giusto tocco di atmosfera al film, coadiuvata da una colonna sonora bella e cupa e con i giusti accompagnamenti musicali.
Qualcuno parla di film all’americana? Forse non conosce per nulla il cinema italiano anni 70. Questo è un film italiano! Per concludere, aggiungo che questa mia umile recensione riguarda il film uscito nei cinema. Quindi la versione originale, non tagliata, suppongo che sia anche superiore o meglio più completa.    

sabato 8 dicembre 2012

Skyfall - 007


Regia: Sam Mendes
Attori: Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes, Javier Bardem
Anno: 2012
Musica: Thomas Newman, tema musicale di Adele
Sceneggiatura: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade
Fotografia: Roger Deakins


Daniel Craig - SkyfallL’ultimo capitolo della infinita saga di 007, a 50 anni dal primo “Licenza di uccidere”, vede per la prima volta alla regia Sam Mendes e Daniel Craig nei panni dell’agente 007 per la terza volta. Il risultato è felice: Mendes si rivela un regista abile nel girare alcune scene d’azione, imbastendo la giusta tensione in alcuni momenti topici. Come suo solito, dirige bene gli attori (oserei dire un Luigi Comencini inglese, dei giorni nostri ovviamente, con le dovute differenze), dando il giusto spazio ai vari personaggi.
Con questo 23° film (“Mai dire mai” non rientra nei 23 film perché non fu prodotto da Albert Broccoli) che cade nel 50° anno, si è voluto in un certo senso riavviare, resettare il personaggio, ripartire da zero. Lo dice la parola stessa: Skyfall, un po’ come dire dalle stelle alle stalle. E’ un film di transizione, un eventuale ponte tra il passato e il presente, con il domandone: riuscirà il nostro agente 007 a resistere all’usura del tempo per i prossimi 50 anni? E difatti è un film che ha dei simpatici omaggi ad alcuni film precedenti di questa saga: nei confronti dei film con Roger Moore vi sono le battute “Solo per i suoi occhi” e “Sono un bersaglio mobile” e la scena di lotta girata a Macao omaggia la scena dei coccodrilli di “Live and Let die”, mentre verso il finale non poteva non comparire la mitica Aston Martin con paesaggi molto suggestivi che ricordano i primi film di Sean Connery, in particolare “Missione Goldfinger”. Il tutto miscelato con le tecnologie odierne, alle quali 007 si dovrà abituare e adattare lungo tutto il film.
Merita una nota di merito Javier Bardem eccezionale nella sua interpretazione, un folle e allo stesso tempo personaggio geniale, un vero e proprio rivale di 007. Bello il tema musicale di Adele, che richiama musiche dei vecchi film anni 60-70 melodiche e solenni. Bravo Craig, nel suo essere freddo ma con un leggero pizzico di stile ironico alla Roger Moore, nel punto di massimo pathos che è a 3/4 del film (a mio avviso, ovviamente). Ottima la fotografia di Roger Deakins, in particolare bello il color plumbeo che circonda le valli scozzesi.
In conclusione, se siete fan di 007, consiglio di vedervi questo bel capitolo della saga che potrebbe aprire una serie interessante di film, e perché no, magari sempre diretta dal bravo Sam Mendes.  

Daniel Craig - Aston Martin - Judi Dench

domenica 2 dicembre 2012

Trash: secondo atto!


Tutta da scoprire
Un anno fa iniziai lo studio personale del cinema italiano anni 70 e anni 80. E scrissi un post sul trash (eccolo qui, post precedente a questo); già in quel periodo stavo capendo/intuendo che il periodo trash riguardava soprattutto gli anni 77-82. Anche prima nel periodo 75-76 c’era stato qualche barlume di trash.
Ecco alcuni film che ho visto nel periodo successivo: “La dottoressa sotto il lenzuolo” (film del 1976), “Dove vai se il vizietto non ce l’hai” (forse uno dei picchi del trash) “Voglia di Donna”, “L’insegnate balla….con tutta la classe”, “Pierino contro tutti”, “Pierino medico della Saub” (pensavo peggio, tutto sommato non tanto trash), “Pierino colpisce ancora”, “Tutta da scoprire” (uno dei vertici del trash), “La dottoressa preferisce i marinai”, “Il marito in vacanza”, “W la foca” (forse il film più trash della storia), “Biancaneve e Co.”, “Il sommergibile più pazzo del mondo”, “Una vacanza del cactus” (non particolarmente trash). Ovviamente ho visto tutta la serie di Nico Giraldi/Tomas Milian ovvero la serie delle squadre e dei delitti, ma farli rientrare nel genere trash mi pare eccessivo.
Dopo un anno e mezzo di visioni del cinema italiano di quel periodo, la sensazione che avevo si è rivelata esatta: il trash è stata una degenerazione della commedia erotica all’italiana. Ovvero un qualcosa che non era affatto volgare si trasformò in qualcosa di eccessivo. Film come “La liceale” o “L’Infermiera” non sono trash, poi ci furono i “seguiti” che furono trash. O anche “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” o “La schiava io ce l’ho e tu no” non sono trash. E tutto questo fa confusione nella testa del cinefilo poco galileiano, che se guarda determinati film, arriva a vederli con pregiudizio e di conseguenza anche controvoglia. Direi con matematica certezza che il picco del trash fu tra l’80 e l’82.
In mezzo a tutti questi film mi son imbattuto in altri film e ho iniziato a fare una lista dei miei film preferiti anni 70 italiani dove spazio in ogni genere (da “Milano Calibro 9 a “Lo Scopone Scientifico”, da “Sessomatto” a “Non si sevizia un paperino”). Prima o poi la metterò in mostra anche qui su blogspot, dato che è in continuo aggiornamento. 

W la foca

                 

mercoledì 28 novembre 2012

Commedia trash italiana: aiuto!!!!


Post pubblicato nell'Aprile del 2011.
L'infermiera di Notte - Gloria Guida
Come ho detto in alcuni post precedenti è un periodo che guardo la commedia italiana anni 70-80, quella di Renato Pozzetto, Lino Banfi e Lando Buzzanca, per intenderci. Allora ho anche pensato di vedermi il cinema trash, quello culi e tette, con protagonisti in particolare Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Gianfranco D’Angelo. E ovviamente con la gentil presenza delle Edwige Fenech, Gloria Guida e AnnaMaria Rizzoli. Quindi mi son visto andando per ordine: “La liceale seduce i professori” (un film decisamente brutto), “La liceale nella classe dei ripetenti”, “L’insegnante va in collegio”, “La ripetente fa l’occhietto al preside”, “La compagna di banco”, “L’insegnante viene a casa”, “La poliziotta fa carriera”, “La liceale, il diavolo e l’acquasanta” (questi ultimi due volendo, per essere buoni, son semi-trash), “Classe mista”, “La professoressa di scienze naturali” “La soldatessa alla visita militare”, “La soldatessa alle grandi manovre”, “La dottoressa ci sta con il colonello”, “La liceale con l’amica di papà”, “L’infermiera nella corsia dei militari”. Onestamente son film mediocri/scarsi, senza un minimo di trama o se ce l’hanno, le trame son tutte uguali (Banfi che è arrapeto, sposato che vuole trombare con la gnocca di turno, Gloria Guida o Edwige Fenech, ma alla fine gli va sempre male, a differenza dell’Alvaro Vitali che più o meno non andava mai in bianco). A dover di cronaca, qualche scena fa anche ridere, ma purtroppo rimane fine a se stessa e il fatto che siano stati fatti troppi film in poco tempo (dal 77 all’81) non ha giovato per scrivere delle sceneggiature decenti. Di conseguenza mi è sorta una domanda: ma con cinema trash si intende tutto il cinema in cui vi sono culi e tette o anche solo l’ombra? Ovvero: anche “La patata bollente” di Steno appartiene al cinema trash? Insomma, il punto della questione è se si è fatto di tutta un’erba un fascio per colpa di qualche film di scarsa fattura. Quello che ho sempre apprezzato in un film è la presenza di una trama, a prescindere dal genere, comico o drammatico, horror o musical, e a prescindere dalla presenza di culi e tette. Perché se la presenza di scene nude fa considerare buona parte della commedia italiana trash, allora anche "Basic Instinct" è trash! Ovviamente questa è una battuta.
Tuttavia ho riscontrato direi degli incredibili paradossi: “La liceale”, film che ha aperto la serie dei film scolastici, è un film non malvagio, con un finale quasi drammatico. Bravi gli attori: su tutti direi Gianfranco D’Angelo, Mario Carotenuto, Enzo Cannavale e Alvaro Vitali. A mio avviso, leggendarie alcune inquadrature in questo film da parte di Michele Massimo Tarantini (che poi non so si è ripetuto a questi livelli ma mi sa di no), in particolare la scena in cui la tipa bolognese avanza a gattoni verso Alvaro Vitali e lui esplode nel leggendario: “Caricaaaaaa!!!!”. Menzione a parte per il culo, il pelo e le tette della Gloria Guida, direi da antologia. Anche “L’affittacamere” (forse l’ultimo film decente di Mariano Laurenti) è un film gradevole che a ben vedere è lo specchio di quella realtà e anche quella di oggi! Guardare per credere! E per di più, c’è un Lino Banfi veramente in forma, straordinerio. E volendo anche “L’insegnante”, è un film salvabile, guardabile. Parlando in termini cronologici fino al 1975, i film erano ancora decenti. Poi tra il 77 e l’81 ci fu il periodo trash, caratterizzato da un innumerevole quantità di film ma purtroppo da una bassa qualità. Nei tre film che ho citato, sarà un caso, ma vi è la presenza del recentemente scomparso Enzo Cannavale, un bravo caratterista che gode di una filmografia positiva. Un film che poteva risultare un buon prodotto è “Per amore di Poppea”, film non brutto ma non completamente riuscito e tra l’altro è una strana miscela di film sexy e demenziale. Tant’è che la scena finale credo possa aver ispirato la scena a metà film de “La pazza storia del mondo” di Mel Brooks (la fuga con la biga). Inoltre vi sono film che hanno dei buoni primi tempi e delle scadenti secondi parti quali per esempio “L’onorevole con l’amante sotto il letto”. Un vero peccato perché il politico con il riporto calzava a pennello al buon Lino Banfi. Ultima critica: molto spesso alcuni film erano talmente troppo corali che non si capiva chi era o se c’era un protagonista. Insomma: dei veri e propri minestroni!
Un film che comunque merita un po’ di attenzione è “L’infermiera di notte”. E’ una commedia sexy-trash ma tutto sommato è guardabile, e a mio avviso, può essere considerato un cult per via della buona amalgama Banfi-Vitali-Carotenuto. Con questo film Gloria Guida entrò nel cervello di tutti gli italiani.
Per fortuna il buon Sergio Martino diede un senso alla carriera di Lino Banfi con film a tre episodi quali “Sabato, Domenica e Venerdì”, “Zucchero, miele e peperoncino” e “Ricchi, ricchissimi…praticamente in mutande”, sempre commedie erotiche ma con quel minimo di decenza che rende godibile la loro visione fino a dirigerlo nel celeberrimo “L’allenatore nel pallone” nel 1984.
In conclusione con questo post, vorrei semplicemente smuovere un po’ gli animi di alcuni italiani che a mio avviso pensano che esista solo il cinema d’autore (poi non so con quale coerenza parlano di Avatar come di capolavoro) oppure esaltano il cinema comico dei film demenziali di Mel Brooks o dei fratelli Zucker. Perché li esaltano? La mia sensazione è che sia un caso di esterofilia bello e buono e il fatto che ci sia voluto un italo-americano per rivalutare questo nostro cinema ne è la conferma.  

Ps se avete qualche consiglio da darmi in ambito della commedia sexy all’italiana, li accetto ben volentieri! 
Ps del Ps arriverà un nuovo post frutto dei successivi mesi (Aprile 2011-Novembre 2012) di visione di vari film italiani di quel periodo.

lunedì 19 novembre 2012

Il...BelPaese


Il …BelPaese è un film del 1977 diretto da Luciano Salce con protagonista Paolo Villaggio. Vi è anche la presenza femminile di Silvia Dionisio, personaggio grintoso e femminista del film. Non sto a fare una recensione di questo bel film che dava un bel spaccato dell’Italia di allora (anni 70) in modo ironico, ma riporto semplicemente qui un dialogo assai divertente che caratterizza molto bene i due personaggi, decisamente diversi fra di loro.
Lui in seguito ad un incidente in bicicletta è immobile nel letto con la gamba fratturata. Lei ha voglia di fare all’amore. Ecco il mitico dialogo dopo l’accoppiamento:

Lui: “Eh-eh…..di la verità…non avevi il coraggio di dirmelo, ma tu mi ami, vero?”
Lei: “Ma non dire cazzate!”
Lui: “Ehhh ma allora perché lo hai fatto?”
Lei: “Perché è il mio periodo fecondo e voglio avere un figlio. Servirà a realizzarmi.”
Lui: “Ma perché proprio con me?”
Lei: “Per pigrizia e non mi andava di cercarmi qualcun altro.”
Lei se ne va e Lui: “Ma allora mi hai trattato come un uomo oggetto!!!!”

In conclusione, consiglio vivamente di vedere questo film, per chi è amante dei mitici anni 70 e dell’Italia. Magari non è il massimo, ma ha delle scene cult!

Ps Per quanto riguarda Luciano Salce credo che prima o poi farò una recensione del film "L'anatra all'arancia", cult assoluto. 

Silvia Dionisio - Paolo Villaggio

venerdì 2 novembre 2012

Autostop Rosso Sangue


Regia: Pasquale Festa Campanile
Anno: 1977
Attori: Franco Nero, Corinne Clery, David Hess
Sceneggiatura: Aldo Crudo, Pasquale Festa Campanile, Ottavio Jemma
Musiche: Ennio Morricone


Autostop Rosso Sangue
Film diretto da Pasquale Festa Campanile. Se qualcuno conosce questo regista che trovo sia stato sottovalutato ai suoi tempi dalla critica, saprà che è stato un regista di film comici, alcuni dei veri e propri cult come “Quando le donne avevano la coda ” o il misconosciuto “Conviene far bene l’amore” oppure il famoso e discreto “Un povero ricco” con Renato Pozzetto. Questo film nella carriera del regista/sceneggiatore è come una mosca bianca, un thriller movie direi agghiacciante.
Walter Mancini (Franco Nero) ed Eve (Corinne Clery), sposati da nove anni, sono una coppia evidentemente poco felice, e passano le loro giornate in campeggio nella speranza di superare il periodo di crisi. Durante un viaggio in automobile, Eve decide di dare un passaggio ad un autostoppista, Adam Konitz (David Hess). L’autostoppista si rivela fin da subito un poco di buono che complicherà la vita della giovane coppia, già stressati di loro. Da qui in avanti, tra continui colpi di scena si arriva ad un finale inaspettato, un finale shock.
Il film è un capolavoro (a mio avviso, ovviamente) per svariati motivi. Vi è innanzitutto una buona caratterizzazione dei personaggi che danno l’idea della situazione drammatica in cui si trova la coppia di sposi. Le musiche di Ennio Morricone sono perfettamente adatte al contesto dark del film ovvero sono ossessive, caratterizzate da una chitarra acustica che fa venire i brividi, una melodia che penetra subito nelle meningi. La fotografia è altrettanto molto bella, con dei bei primi piani dei protagonisti, belle inquadrature lunghe, tese a soffermarsi sugli sguardi che mettono in evidenza lo stato psicologico e spirituale dei personaggi. Gli attori sono in stato di grazia: un Franco Nero in forma, una brava e bellissima Corinne Clery (nuda in più occasioni) e David Hess, adatto nel suo ruolo di psicopatico. Infine la trama così inaspettata, così imprevedibile, del tipo “chissà cosa succederà fra dieci minuti”, fanno di questo film un puro gioiello in cui viene rappresentato al meglio la parte buona e quella malvagia dell’essere umano, il bene e il male, in particolare l’aspetto di dove può spingersi la follia umana.
Curiosità: il film è ambientato in California ma è stato girato in Abruzzo. 

Ps Per certi aspetti anticipa The Hitcher del 1986 (quindi ben nove anni prima) che tra l’altro non mi ha mai impressionato come film essendo un evidente ed eccessiva americanata….

sabato 27 ottobre 2012

Casino Royale


Regia: John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath, Robert Parrish
Anno: 1967
Attori: David Niven, Ursula Andress, Peter Sellers, Barbara Bouchet, Woody Allen, Orson Welles
Musiche: Burt Bacharach

Casino Royale
Come sapranno i fan di 007, Casino Royale è il primo romanzo di Ian Fleming con protagonista James Bond. I diritti del libro furono venduti prima a Michael Garrison e Gregory Ratoff e successivamente alla morte di Ratoff, i diritti vennero venduti a Charles K. Feldman che propose negli anni 60 una collaborazione con Albert Broccoli e Saltzman, ma quest’ultimi rifiutarono. Così nel 1967 si decise di farne una parodia con un cast di attori veramente eccellenti. Ne uscì un film riuscito solo a metà: la trama è un po’ confusa, non si ride tanto (direi il più divertente Woody Allen) e il film è un po’ troppo lungo. Ovviamente il problema maggiore che balza agli occhi è la presenza di troppi attori, troppe stelle, troppa carne al fuoco. Ed è inoltre girato da ben cinque registi! Se si riesce ad arrivare un po’ in fondo è perché si è fan o di quello attore o di quella attrice. Comunque almeno una volta nella vita, questo film va visto, direi per curiosità.
A mio avviso, se c’è qualcosa di splendidamente riuscito è la colonna sonora composta da Burt Bacharach che firma delle musiche belle ed eleganti. E anche il duetto/non duetto Orson Welles-Peter Sellers è una buona parentesi del film. Non duetto perché i rapporti fra Sellers e Welles non erano buoni e tale film è noto anche per questo problema. Difatti la scena nel Casinò fu girata in controcampo. A creare altri problemi nella realizzazione del film, ci furono i problemi di coppia fra Sellers e la sua moglie di allora Britt Ekland che poi nel 1974, divenne bond-girl nel film “L’uomo con la pistola d’oro”. La storia del cinema ha sempre aneddoti in serbo….:) 

Peter Sellers - Ursula Andress - Orson Welles (partendo da sinistra verso destra)

sabato 20 ottobre 2012

The Rock


Regia: Michael Bay
Anno: 1996
Attori: Nicolas Cage, Sean Connery, Ed Harris

The Rock - Nicolas Cage, Sean Connery, Ed Harris
Un altro di quei film che non mi stanco mai di vedere!            
Si tratta del ricatto da parte di un plotone di militari capitanati dal Generale Hummel (Ed Harris) nei confronti degli Stati Uniti. Causa del ricatto è che alcuni soldati morti nella guerra del Vietnam non sono stati riconosciuti come validi soldati valorosi e quindi dimenticati. Se entro ventiquattro ore non vengono pagati vari milioni di dollari da devolvere fra loro stessi e le varie famiglie dei soldati morti, verranno lanciati quattro missili contenenti armi chimiche dall’isola di Alcatraz alla città di San Francisco. Non solo: ci sono anche 81 ostaggi nell’isola di Alcatraz e questo rende difficile la missione. In mezzo a questo casino si ritroveranno un chimico, Stanley Goodspeed (Nicolas Cage) e un ex-007 di Sua Maestà, John Patrick Mason (Sean Connery), nel tentativo di risolvere la situazione impossibile.
Il film, oltre ad essere bello carico di scene d’azione, è ricco di dialoghi comici, grotteschi che lo rendono gradevole e scorrevole, quindi farlo rientrare nel genere azione è riduttivo; diciamo comico d’azione. E’ il bello di questo film, la piacevole alternanza tra battute comiche e scene d’azione violente e turbolente. Ad esempio, dopo aver disinnescato una bomba e cercando di attuare un piano per disinnescare le restanti, il chimico dice: “Cercherò di fare del mio meglio” l’ex 007 risponde: “I perdenti parlano così. I vincenti vanno a letto con Miss College”. E il chimico: “Carla era Miss College” con uno sguardo da vero uomo duro, tutto d’un pezzo. Continui colpi di scena lungo tutto il film tengono alto il ritmo, senza tempi morti, nonostante la non breve durata del film, fino al finale incredibilmente appassionante con un turbinio di azioni a catena.
Gli attori in questo film sono a loro completo agio ed in splendida forma, con un Sean Connery sempre verde e con un Nicolas Cage perfetto nel suo ruolo anche un po’ ambiguo dell’incapace/ macho e che con questo film inizia una sorta di Trilogia che si chiude con Con Air e Face-Off, altri due film dove la miscela comico-azione viene ripetuta con successo. Da non dimenticare Ed Harris nella parte di un generale devoto alla patria ma anche profondamente legato ai suoi soldati, causa del suo gesto folle.
In conclusione, se volete passare una serata divertente, rilassante che allontana i vari stress, vi consiglio vivamente di vedere questo film che dal mio punto di vista è un capolavoro.
E’ proprio il caso di dirlo: è un film Prog Funky Jazz Metal, coerente nel suo genere dall’inizio alla fine!

venerdì 12 ottobre 2012

Milano Calibro 9


Regia: Fernando Di Leo
Sceneggiatura: Fernando Di Leo, Giorgio Scerbanenco
Anno: 1972
Attori: Gastone Moschin, Mario Adorf, Philippe Leroy, Lionel Stander,
           Barbara Bouchet, Frank Wolff, Luigi Pistilli, Ivo Garrani
Fotografia: Franco Villa
Musiche: Luis Bacalov e gli Osanna


Milano Calibro 9
Milano, Anni 70. A quanto pare la malavita si sta spostando verso il Nord e in particolare a Milano. Fin dall’inizio c’è un atmosfera particolare, della serie: la quiete prima della tempesta. Perché è quello che sta per succedere in una Milano plumbea. Un misterioso pacchetto contenente 300.000 dollari passa di mano in mano, ma qualcosa va storto e quei soldi diventano carta straccia. Passati tre anni, Ugo Piazza (Gastone Moschin) esce dal carcere e viene accusato dall'Americano (l'artefice del giro di soldi) di essersi impossessato dei 300.000 dollari.
Questo è un film noir (non un poliziesco, come erroneamente viene etichettato tale film da alcuni), ovvero i protagonisti sono i criminali e non i poliziotti, i punti di vista sono quindi ribaltati! E personalmente aggiungerei che la bravura di un regista di cinema noir sta nel farti diventare “simpatico” il malvivente tanto da farne il tifo per lui verso la fine del film, e non per il poliziotto di destra o di sinistra. Lungo tutto il film il ritmo è incalzante, condito da inquadrature geniali che fanno entrare lo spettatore dentro il film, fianco a fianco con i personaggi. Anche i poliziotti in qualche modo hanno il loro spazio in questo noir, con il commissario e il vicecommissario, uno reazionario, l’altro progressista. Interessante e riflessivo il dialogo fra i due, poco prima della tempesta finale. Colonna sonora maestosa, sublime, perfetta nell’accompagnare alcune scene di quiete o di violenza, che entra subito nelle cervella di un buon cultore di musica, firmata da Luis Bacalov e gli Osanna, con un inserimento di un pezzo dei New Trolls più Luis Bacalov del Concerto Grosso. Attori straordinari: da un imperscrutabile Gastone Moschin ad un egocentrico/camaleontico Mario Adorf, ad una sensuale Barbara Bouchet e ad un funzionale Lionel Stander, senza dimenticare un bravo Philippe Leroy. Ultimi venti minuti leggendari. E alla fine del film non è più chiaro chi siano i cattivi o i buoni, gli astuti o gli idioti…..
Film diretto dal giustamente rivalutato Fernando Di Leo, sceneggiato dallo stesso, sulla base di un libro di Giorgio Scerbanenco e soprattutto film seminale nel suo genere, pensando in particolare al recente "Romanzo Criminale" del 2005 e alla omonima serie televisiva.
Capolavoro del cinema italiano anni 70, storia del cinema. Con la C maiuscola.  

mercoledì 26 settembre 2012

Prometheus

Regia: Ridley Scott
Anno: 2012
Attori: Micheal Fassbender, Charlize Teron, Noomi Rapace

L’ultima tanto attesa fatica di Ridley Scott (per via del fatto che fosse il prequel o quasi del mitico film del 1979 Alien), infarcita di tanta pubblicità e di tanti money, a mio avviso è una mezza delusione. Per capire che in effetti non è il prequel, si deve vedere il film: alla fine si capirà che questo prodotto è una sorta di prequel dell'eventuale prequel!
Ma al di là di questo discorso che lascia un po’ il tempo che trova, il film come dicevo è un pò una delusione. Fin dai primi 10-15 minuti, non avevo buone sensazioni, ho avuto subito sensazioni di un film girato si bene ma con un aria di raffazzonamento qua e là che onestamente mi ha lasciato perplesso. In altri termini, non ho avuto la percezione di vedere un film ben costruito, ma piuttosto un film con tante scene, "incollate" un pò a forza, creando così un pò di confusione nello spettatore. Per quanto riguarda gli attori, buona la prova di Fassbender, che si è ispirato al personaggio di Lawrence D’Arabia e anche a quello di David Bowie del film “L’uomo che cadde sulla Terra” (e io aggiungerei che la sua camminata ricorda quella di Sheldon Cooper del Big Bang Theory) e non malvagie le prove delle donne Theron e Rapace. Inoltre ho visto il film in 3D per motivi di orario e francamente il 3D a parte qualche momento sembrava più un 2D. Belle alcune scene da un punto di vista visivo e personalmente, non mi è dispiaciuto il finale adrenalinico.

A quanto pare, stanno girando o mettendo giù le basi per girare il seguito di Prometheus, che mi auguro sia meno raffazzonato, più compatto e con una sceneggiatura un po’ più delineata e non con tanta carne al fuoco, come in questo lavoro, che alla fine crea dispersione e confusione.

Pascoski Trailer Prometheus


Prometheus

venerdì 7 settembre 2012

La Svergognata

Regia: Giuliano Biagetti
Anno: 1974
Attori: Leonora Fani, Barbara Bouchet, Philippe Leroy

La Svergognata
Come sapete, sono un appassionato di cinema italiano anni 70 e continuo il mio personale studio di quel periodo. Come ogni periodo ci sono i capolavori, i buoni film e le cagate pazzesche o quasi. Ecco ogni tanto mi imbatto in film di livello mediocre, talvolta un livello già chiaro, ahimè, dai primi 5-6-7 minuti dall'inizio del film. “La svergognata” rientra in questo tipo di film, nonostante il cast sia anche buono (Philippe Leroy e Barbara Bouchet). Come mia consuetudine, guardo tutto il film e così mi son imbattuto nel momento "topico" del film.
Philippe Leroy: “Hai lavorato recentemente?”
Barbara Bouchet: “No. Ma ho avuto un sacco di offerte. Vorrei tanto fare un buon film. Non quelle porcherie che mi propongono.”. Mmmmmmmmmmmm che frase ironica!!!!!! Siamo direi nel demenziale alla Mel Brooks!!!
Consiglio: state alla larga da questo film, per le cose masochiste basto e avanzo io! Poi se qualcuno si vuole unire, è sempre il benvenuto....:) Comunque il finale un pò simpatico un pò drammatico non è male...
Per la cronaca, direi che i migliori film di quel periodo che ho visto negli ultimi 30 giorni sono “I Ragazzi del massacro” di Fernando di Leo e “Io ho paura” di Damiano Damiani con i grandi Gian Maria Volontè e  Mario Adorf.

Ps per ora i migliori film della Barbara Bouchet che ho visto sono Milano Calibro 9 e Non si sevizia un paperino, questi ve li consiglio!

domenica 15 luglio 2012

Colonne sonore anni 70


Nei mitici anni 70 in Europa ci furono film innovativi e musica innovativa. Ed alcuni film godono di una colonna sonora a dir poco notevole ma soprattutto diversa da quelle dei decenni precedenti. Negli anni 70 ci fu l’era del prog e del rock, generi nuovi che diedero inizio effettivamente ad un epoca diversa da quella precedente sostanzialmente dominata dalla musica classica e dal jazz. Qualche sintomo c’era già stato negli anni 60 ma è indubbio che gli anni 70 fecero da spartiacque tra il prima e il dopo. Alcuni film quindi ne ebbero beneficio e seppero sfruttare al meglio questo periodo musicale. Film come “Live and Let die” (Wings), “ Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo (Luis Bacalov più gli Osanna, più un pezzo dei New Trolls tratto dall’album Concerto Grosso, “Shadows”), “Pasqualino Settebellezze” di Lina Wertmuller (Enzo Jannacci), “Profondo Rosso” di Dario Argento (principalmente Goblin più qualcosa di Giorgio Gaslini) ne sono un esempio. Le colonne sonore di stampo classico o jazz sinfonico ovviamente non scomparvero ma in questo decennio un sostanziale cambiamento era evidente. Un esempio un po’ strambo è quello del film di Mario Bava “5 Bambole per la Luna d’Agosto”, dove addirittura vengono usate a fine film musiche del primo Balletto di Bronzo. Ho detto strambo perché il film onestamente è malriuscito, per stessa ammissione del regista: “Un film squallido, senza dubbio il peggiore che abbia mai diretto!”. Particolare la colonna sonora di “Non si sevizia un paperino” di Lucio Fulci; musiche tese di Riz Ortolani alternate a musiche che fanno da contrappunto ovvero “Rhythm” di Richard Cocciante e Ornella Vanoni con “Quei giorni insieme a te” (brano non prog per la precisione). Curiosità: il brano “Rhythm” fu inserito anche nel film “Roma Bene” di Carlo Lizzani. Nonostante la presenza di tale brano in questi due film, il brano non ebbe successo. Infine anche Morricone fu influenzato dal periodo prog-anni 70, come si può riscontrare nella colonna sonora di "AutostopRosso Sangue" di Pasquale Festa Campanile.
Non so se si è capito, ma io sono un fan degli anni 70…….



Ps Richard Cocciante è Riccardo Cocciante. J

lunedì 9 luglio 2012

Rip Ernest Borgnine!

Ieri ho saputo della scomparsa di Ernest Borgnine, alla bella età di 95 anni. Di lui ho visto poco, sostanzialmente bene due film, "L'avventura del Poseidon" e "1997: Fuga da New York". 

Con "Marty, vita di un timido"  vinse il premio Oscar come miglior attore protagonista e prese parte a film storici come "Quella sporca dozzina". Sicuramente un attore interessante che ha fatto la storia del cinema. E' stato un grande personaggio simpatico, grande attore! 

Voglio raccontare un aneddoto: non dimenticherò mai quando lo sentii su Rai3 nel film "1997: Fuga da New York" in lingua originale con il suo proverbiale accento Piemontese in terza serata!!!!!!!!! Fu una sorpresa sentire quel timbro piemontese da un attore americano, frutto delle sue origini italiane, padre piemontese e madre emiliana.
Rip Ernest!

Ernest Borgnine

venerdì 29 giugno 2012

Federico Fellini: seconda botta di film!!!!


Siccome sono uno studioso e non mi arrendo tanto facilmente, ho continuato la visione dei film di Federico Fellini. Ecco la successione cronologica: “Roma”, “Le notti di Cabiria”, “Il Casanova di Federico Fellini”, “Boccaccio 70 – episodio Le Tentazioni del Dottor Antonio” e “Il Bidone”.
Il Bidone
Quindi come si evince da questa lista ho voluto finire di vedere la cosiddetta trilogia sui poveri ovvero iniziata con “La Strada” e che finisce con “Le notti di Cabiria”. Ed è soprattutto con il secondo e il terzo film che ho capito perché non riesco proprio a digerire in toto il Fellini. Inizio col dire che sostanzialmente “Il Bidone” mi è piaciuto, ben diretto, scene memorabili ma è proprio con questo film che mi si è accesa la lampadina, il motivo perché trovo insopportabili alcuni momenti dei film di Fellini. Vi sono alcune scene che hanno una lentezza disarmante; insomma non tempi lenti, direi ultra-lenti. A me i tempi lenti non dispiacciono affatto, ma alcuni tempi lenti (direi quasi al rallentatore) di Fellini non li digerisco proprio. Cosa che capita soprattutto in alcune scene del secondo tempo di “Le notti di Cabiria”. Il primo tempo bello, perfetto, la coppia Masina- Nazzari affiatata, ma il secondo tempo a tratti l’ho trovato pesante. Alla fine del film mi son ritrovato con sensazioni contrastanti: il film mi è piaciuto si o no? Nel complesso direi di si, la sceneggiatura direi di si, ma è l’esecuzione che a tratti non mi convince.
Per quanto riguarda gli altri film, l’episodio di Boccaccio 70 da lui diretto l’ho trovato carino, un po’ divertente e con protagonisti (De Filippo e la Ekberg) in forma. 
“Il Casanova di Federico Fellini” è un film bello visivamente, la sceneggiatura è volutamente raffazzonata; insomma anche qui qualche sbadiglio c’è partito! Bello il finale, momenti interessanti qua e la, a mio avviso qualche minuto in meno avrebbe giovato. Ma il Fellini era fatto così……
“Roma” onestamente non mi è piaciuto: è un film-documentario che non mi ha appassionato. Diretto con maestria, ma tale opera non l’ho sopportata per svariati minuti.  
Concludo con un sommario soggettivo personale sui film di Fellini.

Film che mi son piaciuti: “La strada”, “Il Bidone”, “E la nave va”. Grosso modo tutti e tre i film sono compatti, si vede subito quali sono i protagonisti e come procede la trama. Uno dei motivi del perché non sono film tra i più ostici del Fellini.
Film piaciuti a metà o a tratti: “Le notti di Cabiria”, “Amarcord”, “Lo sceicco bianco”.
Film che non digerisco (per ora): “La dolce vita”, “8&1/2”, “Il Casanova”, “La città delle donne”, “I Vitelloni”, “Roma”.
Film che a quanto pare non piace particolarmente neanche ai felliniani: “Fellini Satyricon”.

martedì 26 giugno 2012

Federico Fellini e io: rapporto di amore, odio e studio….


Premessa: post redatto l’anno scorso, nel Maggio del 2011. Il mio primo sommario sul mio primo impatto con il regista di Rimini, il regista italiano più famoso al mondo insieme a Sergio Leone.
Verrà un altro post dove parlerò di altri film di Fellini visti recentemente, chiarendo e spiegando il perché di questi alti e bassi che ho con il Fellini. Sarà un post complementare a questo!

Come sapranno i miei cari lettori, è un periodo che guardo vari film e per dire la verità, vari tipi di film. E ultimamente in particolare i film di Federico Fellini. A fine estate scorsa (Agosto 2010) guardai “8 & ½” e rimasi esterrefatto dalla lentezza e per quanto mi riguarda dalla noiosità del film. Il film è sicuramente particolare e penso obiettivamente si possa considerare comunque un capolavoro. Dopo vari mesi, decido di guardare altri film del regista riminese nonostante l’indigestione di “8 & ½” e riparto da un altro bel mattone: “La dolce vita”. E’ il primo film lungo del Fellini, dove mette in mostra la vita dei ricchi che apparentemente è migliore di quella dei poveri, ma solo in apparenza. Il film è anche in questo caso indigesto, si fa fatica a seguirlo e la trama è quasi inesistente.
Passo al suo primo film “Lo sceicco bianco”, se si esclude “Luci del varietà” diretto insieme ad Alberto Lattuada. Il film non è malvagio, a tratti anche divertente, ma non mi ha emozionato più di tanto. Quindi passo a vedermi “I Vitelloni”: qui onestamente mi sono annoiato per quasi tutto il film e anche la mitica scena in cui Sordi prende in giro i lavoratori non mi ha fatto spaccare dalle risate. Il film non è brutto ma ha uno stile che non mi coinvolge.
La Strada
Ma io tengo duro e dopo un mesetto vedo “La strada” con Anthony Quinn e sua moglie, la brava Giulietta Masina. Finalmente riesco a vedere un film del Fellini che mi piace. Probabilmente uno dei suoi migliori lavori, nobilitato da un ottimo cast (ma gli attori che hanno lavorato con Fellini son sempre stati bravi e mai scelti a caso). Quindi dopo varie indigestioni, è arrivato finalmente, con mia grande felicità, un momento di grande godimento. Quasi galvanizzato da questo grande evento, passo a guardarmi “Amarcord”, il film autobiografico del Fellini, ambientato nel periodo fascista, dove vengono messi in mostra vari personaggi del suo paese natale. Non malvagio, per alcuni capolavoro ma non è un film nelle mie corde anche se ho retto abbastanza bene la sua visione.
E’ la volta del “Fellini Satyricon”: lo dico chiaro e tondo, UNO DEI FILM Più PALLOSI CHE ABBIA MAI VISTO!!!!!!! Forse il più tedioso che abbia mai visto. L’ho visto tutto e non so come ho fatto. Non fa ridere, ma penso che Fellini non volesse far ridere con questo film.    
Dopo tutti questi film decido di passare agli anni 80 per vedere come li ha affrontati e guardo “E la nave va”. Film lento, ma che ho trovato godibile, ben equilibrato tra il dramma e il giusto velo d’ironia. Infine guardo “La città delle donne” uscito nel 1980: film completamente onirico che onestamente a me ha detto poco. Il film l’ho trovato pressoché vuoto (o forse son io che non c'ho capito un bel niente) e uno delle poche cose gradevoli del film è al minuto 52 quando ci sono delle musiche elettroniche interessanti. 

Cosa deduco da tutti questi film? Fellini non è il solito regista: in alcuni dei suoi film probabilmente alla sceneggiatura (per come la intendo io) non era molto interessato, concentrandosi così sulla caratterizzazione dei personaggi. Lui sostanzialmente sperimentava un nuovo modo di fare cinema soprattutto a partire dal film “La dolce vita”, un cinema che francamente a me (ma anche a molti altri) non piace. Insomma, de gustibus………
Piccole curiosità: nel Satyricon e in Amarcord c’è Alvaro Vitali, mentre in “E la nave va” c’è Francesco Scali. 

domenica 17 giugno 2012

Il Caimano

Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Francesco Piccolo
Anno: 2006
Attori: Silvio Orlando, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Nanni Moretti, Dario Cantarelli, Michele Placido

Film uscito nel 2006, poco prima delle elezioni politiche. Un produttore (Silvio Orlando) ormai in declino decide di fare un film, sceneggiato da una giovane regista Teresa (Jasmine Trinca) sulla vita di Berlusconi. Nel mentre, il rapporto del produttore con la moglie (Margherita Buy) si sta logorando sempre più. E in effetti la sensazione (iniziale) di questo film è di vedere due film: uno che riguarda la sua vita privata, l’altra quella di fare un film su Berlusconi. Film decisamente particolare fin dall’inizio, un film nel film ma a pensarci bene il film è uno solo. Quello che vediamo. E ho trovato assai interessante questo film, perché un film su Berlusconi, sarebbe risultato una fiction biografica, insomma televisiva. E quindi un film, per certi aspetti, senza pretese. Il narrare le vicende di una coppia in crisi per poi sviluppare l’idea di berlusconismo, toccata in vari punti del film, la trovo interessante, non banale e con un bell’impatto visivo.
Il Caimano
E’ un film (nel film) che ripercorre gli ultimi 30-40 anni, mettendo in evidenza i vari cambiamenti che hanno caratterizzato l’Italia, con un inizio in cui vi è una personale e simpatica critica del cinema d’azione anni 70 fine a se stesso ma, come precisa il protagonista stesso, non nei confronti del buon cinema d’azione (“Non eravamo gli anticorpi del cinema d’autore, erano solo due modi diversi di fare lo stesso lavoro”), la critica alla critica (straordinario come sempre Dario Cantarelli che interpreta un critico gastronomico che critica per il semplice gusto di criticare, almeno io ho interpretato in questo senso quella scena trash!), i vari passaggi del berlusconismo e l’ingresso e l’evoluzione della televisione italiana. Il Moretti, credo sia un attento osservatore della realtà e della tv, da quello che ho dedotto dalla visione del film. Per esempio, all’inizio di questo lungometraggio c’è un personaggio cicciottello, Beppe, critico cinematografico, che ricorda molto da vicino come atteggiamento e voce Vincenzo Mollica: uno che quando fa un servizio su un prodotto cinematografico o musicale o di altro genere, parla come se fosse il più grande lavoro artistico di tutti i tempi.
Tornando alla trama, il produttore fatica a trovare i soldi per dare il via al film, un po’ perché all’italiano non gliene importa un granché di un film su Berlusconi (“tanto sanno già tutto su di lui”), un po’ per paura di eventuali querele.
E si arriva al gran finale. La conclusione è come al solito magistrale: musiche cupe e maestose, il Nanni che interpreta come se fosse Darth Vader, che sembra dire: “Che la forza oscura sia con voi!”. Gli ultimi 10 minuti sono da antologia e assai profetici, soprattutto se si pensa a quello che è successo dopo l’uscita di questo film (perché se ci pensiamo bene, come si dice in gergo, dopo c’ha dato che c’ha dato; dal dare dei coglioni ad eventuali elettori che non lo votano, dal dare dei comunisti ai magistrati, dal dare dei comunisti agli arbitri di calcio, agli insegnanti della scuola pubblica etc. etc.). 
Per concludere vorrei aggiungere che questo film in realtà non è su o contro Berlusconi, è un po’ un sommario di quello che è successo qui in Italia negli ultimi 30 anni. In altri termini, quello che si vede è un dato di fatto. Ovvero che gli italiani sono diventati un pò superficiali. Film a mio avviso riuscito, da vedere con un ottimo cast e con nota di merito per Michele Placido.

Ps     Io però la forza oscura non la volevo…….
Ps del Ps   Ho visto anche “La stanza del figlio”, altro bel film….qualcuno ha visto dei cortometraggi-documentari del Moretti, qualcuno sa consigliarmi? Grazie!

martedì 5 giugno 2012

La musa Scarlett Johansson e il Diavolo Al Pacino


Ogni tanto mi piace divertirmi, usare la fantasia. Siccome non molto tempo fa, effettivamente la Scarlett ha detto: “Sono la più figa del mondo”, rimasi basito da tale affermazione (se non sbaglio, l'ha detto lei, altrimenti me lo sono sognato). D’altro canto, a mio avviso, se c’è proprio una che può permettersi una frase così forte è proprio lei. Allora dopo tale affermazione, la mia immaginazione ha iniziato a macinare e dopo una accurata scelta di alcune foto sono giunto alla conclusione di questo prodotto piuttosto artigianale, di un eventuale dialogo tra lei e il Diavolo, ovviamente interpretato da Al Pacino. Buon divertimento!


Ps si il lavoro l’ho fatto con Paint ma ciò che importa è il pensiero, giusto?    

lunedì 28 maggio 2012

Caro Diario

Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti
Anno: 1993
Attori: Nanni Moretti, Renato Carpentieri, Jennifer Beals, Carlo Mazzacurati


Fino a poco tempo fa, non avevo mai visto un film diretto e sceneggiato da Nanni Moretti. Al cinema nel Febbraio 2008 avevo visto “Caos Calmo”, ma in quell’occasione lui era attore. Quindi ho deciso di colmare questa mia lacuna e ho visto in ordine cronologico “Bianca”, “Ecce Bombo”, “La messa è finita” e “Caro Diario” che qui recensisco.
Nanni Moretti in vespa
Guardando film come “Bianca” e “La messa è finita” ho notato la sua abilità nell’affrontare in modo simpatico, comico vari problemi drammatici. “Caro Diario” è un film autobiografico ma in realtà sono eventi-aspetti della realtà che riguardano un po’ tutti. Il film è diviso in tre capitoli: “In Vespa”, “Isole” e “Medici”. Tutti e tre gli episodi li ho trovati simpatici, surreali, commoventi (perfette le inquadrature verso il luogo dell’omicidio di Pasolini, suggellate dalle note nevrotiche e malinconiche del “Koln Concert” di Keith Jarrett). Forse il picco di surrealità viene raggiunto nel primo episodio, quando scambia quattro parole con individui che non conosce in una Roma deserta o quasi: in fondo è un qualcosa che vorremmo far tutti, pur di rompere la normale routine giornaliera. E’ un sentir bisogno di cogliere l’attimo fuggente, di dire certe cose in quel dato istante, ora o mai più. Quante volte ci è capitato? Altrettanto memorabile quando declama urlando al critico cinematografico tutte le sue stesse critiche cinematografiche, critiche inventate solo per pubblicizzare quel determinato film. Il suo è un cinema surreale. Nel secondo episodio si viaggia fra varie isole della Sicilia, ognuna delle quali ha le sue usanze (vere o inventate, ciò che importa è il concetto). Quella dove si fa un solo figlio, quella dove l’ospitalità non esiste, quella dove non c’è elettricità. Le isole son così, ognuna ha le sue tradizioni e abitudini, che resistono al passare dei secoli. Bravo l’attore Renato Carpentieri nel secondo episodio e complimenti alla sua incredibile corsa spericolata ed evasiva dall’isola. Si conclude con l’episodio sui medici, dove viene messo in evidenza il calvario personale della sua malattia. Conclude dicendo….no non ve lo dico, guardatevi il film perché merita! Film scorrevole, che racconta uno spaccato della realtà italiana anni 90 ancora attuale, drammatica ma con un tono spensierato. Bella la colonna sonora a fare da cornice, particolare da non dimenticare nei film di Moretti. 

domenica 13 maggio 2012

Sono Bond, James Bond!


A partire dal 12 Maggio per omaggiare la saga di 007, verranno trasmessi su Raitre tutti i film della saga del mitico agente inglese. Sono passati ben 50 anni dal primo film “Licenza di uccidere” da quando ebbe inizio la leggenda, il mito di 007, per certi versi l’uomo perfetto: uomo intelligente, esperto in fisica, chimica e ingegneria, che sa parlare tutte le lingue del mondo e sa cuccare tutte le donne del mondo. Come tutti sanno il primo ad interpretare tale personaggio fu Sean Connery, seguito per un solo film da George Lazenby, per tornare nuovamente nei panni di 007 in “Una cascata di diamanti” ( a quei tempi disse “Non ri-interprerò mai più 007” e quindi spiegato il titolo di “Mai dire mai” del 1983). Negli anni 70 e per tutta la metà degli anni 80 l’agente di Sua Maestà fu interpretato dal mio idolo Roger Moore, ironico, sempre ironico anche nei momenti in cui tutto sembrava compromesso: per me i suoi film rimangono per azione e ritmo i più fighi in assoluto. Poi vennero i due con Timothy Dalton che non ricordo benissimo fino ad arrivare ai giorni nostri con Pierce Brosnan e Daniel Craig.
In conclusione, dico due cose: se siete dei fan del buon cinema e fan di 007 date uno sguardo a questa mitica serie e faccio i complimenti a Raitre per questa iniziativa e per aver messo poca pubblicità per il primo film della saga. Avanti così!


 Lois Chiles - Roger Moore (007) - Corinne Clery
Sean Connery - 007 

giovedì 26 aprile 2012

To Rome with Love

Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Anno: 2012
Attori: Woody Allen, Roberto Benigni, Penelope Cruz, Alec Baldwin, Ellen Page, Jesse Eisenberg


In questi giorni non ho fatto altro che leggere varie recensioni dei vari amici cine-blogger riguardo all’ultima fatica di Woody Allen. Mi ha colpito ovviamente che le critiche fossero discordanti ed è una sensazione strana quella di vedere un film in questa situazione. Non nego che talvolta durante la visione di un film stavo pensando di scriverne una recensione, ma questa volta il mio cervello durante la visione ha pensato a tutto quello che aveva letto in questi giorni. Insomma, stato di pura fibrillazione!  
To Rome with Love
Senza troppi giri di parole, a me il film è piaciuto. O per essere più chiaro, mi aspettavo un brutto film! E per argomentare al meglio, vi spiego più o meno la personalità di Woody Allen. Il regista/attore/sceneggiatore newyorchese è un uomo di cinema (e anche di musica), amante del suo periodo d’infanzia e di gioventù: quindi anni 50, anni del jazz. Lui è rimasto un po’ fermo a quei tempi. Con questo film ha voluto omaggiare a suo modo l’Italia e il cinema italiano. E l’ha fatto mettendo in contrasto alcuni aspetti dell’Italia superficiale di oggi (vedi Benigni e belle escort di turno) con quella anni 50 (opera lirica, vicoletti intrisi d’amore). Da ciò si evince che il film non era facile da affrontare e in effetti in alcuni punti una vaga sensazione di minestrone si può percepirla, andando oltre il semplice surreale. Forse in alcuni casi il tentativo è esagerato (il futuro marito ancora vergine, insomma roba d’altri tempi), però il messaggio è del tipo: “Vi preferivo come eravate una volta, quando non guardavate il Grande Fratello o se andavate a puttane probabilmente lo facevate con più classe”.
Perché ho detto il cinema italiano? Perché a partire soprattutto dagli anni 60 e per tutti gli anni 70, il cinema italiano ha prodotto svariati film a episodi (I mostri, I complessi, Quelle strane occasioni per fare alcuni esempi), mettendo in luce i vari stereotipi dell’Italia dei vari decenni. E Allen ha deciso così di fare un film a episodi. O forse è solo un caso che abbia deciso di fare il film a episodi….
Per concludere bravi gli attori (a me Baldwin nella parte stile Humprey Bogart di Provaci ancora, Sam non mi è dispiaciuto) e bravo Leo Gullotta nel doppiare Allen. Non era facile, dato che i timbri tra lui e Allen/Lionello sono diversi, ma dato che sicuramente conosceva bene Lionello, chi meglio di lui poteva doppiare Allen? 

venerdì 20 aprile 2012

Cinema italiano e gli italiani….d’oggi


Vinicio Marchioni
Navigando in rete, mi son imbattuto in un articolo della Repubblica nel quale l’attore italiano, Vinicio Marchioni, esternava il suo disappunto nei confronti degli italiani. Leggendo l’articolo/intervista che trovate qui, ho capito il suo disappunto e mi è tornato in mente un periodo della mia vita ed in particolare uno/due aneddoto/i. Nel 2005 molto spesso con un mio amico, si andava al cinema di lunedì e anche per la poca offerta di film italiani si vedeva spesso un film straniero. Un giorno però decisi di vedere un film italiano. Decisi io, perché il mio caro amico è appunto esterofilo, come la stragrande maggioranza di italiani. E un lunedì vedemmo “Manuale d’amore” che piacque sia a me che a lui. Nel Gennaio del 2007 uscì il seguito e come vedemmo contemporaneamente (ognuno a casa propria) il trailer, mi mandò il messaggio: “Pavelo, andiamo a vedere Manuale d’amore 2?”. Ecco, nel mio piccolo avevo un po’ influenzato la vita di un italiano.
Leggendo l’articolo, comprendo il disappunto del Marchioni e nell’intervista emerge un grosso problema che esiste probabilmente da almeno 40-50 anni. Ovvero quello dell’esterofilia italiana. Riporto una frase dell’articolo: “ Tutti quelli che mi seguono e mi scrivono nel blog dicono sempre che è colpa della distribuzione che in provincia fa arrivare solo i blockbuster. Io sono uno di quegli attori che crede si debba formare e informare il pubblico: non so quanto siano coscienti del fatto che, se un film italiano va male nel primo week end, viene tolto dalle sale. Sono dinamiche note solo a quelli del mestiere. Stavolta non è colpa della distribuzione perché Diaz è uscito in 240 copie, Romanzo di una strage in 250 e I più grandi di tutti in 131, per poi ritrovarsi dieci giorni dopo in appena nove sale ”. In effetti molti film italiani non vanno oltre la prima settimana, mentre i blockbuster americani rimangono anche un mese, a prescindere se sono brutti o bei film. Quindi sorge spontanea la domanda: ma i multisala a che servono? Dato che ci sono per l’appunto più sale, non ci dovrebbe essere una maggiore fruizione dei film, di qualunque genere? Anzi a me sembra che dall’avvento dei multisala ci sia stato un aumento dei blockbuster americani. Insomma un paradosso!
Ora per quanto mi riguarda io non sono un esperto conoscitore del cinema italiano degli ultimi 10 anni e quindi non posso darne un giudizio. Addirittura lui parla anche d’idee censurate (strano, vero?), insomma quindi di cinema italiano con le ali tarpate. Sicuramente negli anni 70 si rischiava di più e difatti il cinema italiano era ai vertici. Una cosa è certa: la crisi l’hanno creata gli italiani (ed io francamente me ne tiro fuori) e  hanno creato un cane che si morde la coda (ma che a mio avviso inizia a mordersi qualcos’altro). Quando inizieremo ad essere più duttili nella scelta dei film? Quando la smetteremo di commentare l’ultimo post, senza neanche averlo letto, di un blog che ha all’attivo molti post? Perché non sempre la curiosità è donna, come una volta? Insomma, se è vero che si è toccato il fondo (almeno spero sia così), mi auguro che inizi la risalita….


sabato 14 aprile 2012

Big Bang Theory

Immaginatevi un uomo egocentrico, di nome Sheldon, estremamente orgoglioso, praticamente asessuato, innamorato solo di se stesso. L’amico coinquilino (Leonard), lo sfigato di turno che lo sopporta tutto il giorno. Entrambi sono fisici, ma il tipo egocentrico è teorico, quindi doppiamente egocentrico (fidatevi di quello che dico). In più vi sono l’amico astrofisico indiano Raji, che ha difficoltà a parlare con le donne, e l’amico ingegnere Wolowitz che vive ancora con la mamma e che si arrappa alla sola vista e al solo pensiero  di una donna.
In perfetta contrapposizione a questi quattro Nerd, vi è la dirimpettaia di Leonard e Sheldon, ovvero Penny: una ragazza semplice, carina, ma che con la fisica non ha nulla a che fare. Che in modo altrettanto semplice sconvolgerà la vita dei quattro Nerd. L’incontro di questi due mondi, creerà una bella miscela esplosiva di comicità a mio avviso irresistibile.
Big Bang Theory
Questa serie televisiva è abbastanza innovativa, originale e decontestualizzabile tutto sommato. La sceneggiatura di alcune puntate sono geniali ed ogni personaggio è di fondamentale importanza nell’evoluzione della storia. Attraverso questa serie si mette in evidenza in modo simpatico le rivalità tra i fisici teorici e sperimentali, la rivalità tra un fisico e un ingegnere, le stranezze dei fisici. Tutto molto spesso parte dall’onnipresente Sheldon, un uomo talmente razionale che vuole razionalizzare qualsiasi discorso, qualsiasi cosa (si veda la puntata “L’algoritmo dell’amicizia”). Lui si sente al centro del mondo e gli altri personaggi si devono adeguare in qualche modo.

Io per ora ho visto le prime quattro serie e sto vedendo la quinta. Posso dire che vi sono alcune puntate della seconda serie assolutamente memorabili, geniali. E altrettanto nella terza e nella quarta (per esempio la penultima puntata della terza serie è fantastica!). Bravi gli attori, ovviamente su tutti direi Jim Parsons ovvero Sheldon, il personaggio più folle, premiato più volte. Solo la mamma di Leonard lo contrasta come follia e la new entry Amy. Ma non perdete altro tempo, guardatevi una delle serie comiche più fighe degli ultimi dieci anni, così entrerete in contatto con il mondo della fisica in modo soft, divertente e soprattutto in modo spensierato.          

mercoledì 4 aprile 2012

Rassegna di cinema di fantascienza alla cineteca sarda

Essendo un appassionato di film di fantascienza, ho voluto vedere alcuni film di tale genere alla cineteca sarda a Cagliari. La rassegna era dedicata alla fantascienza di una volta, per intenderci quella prima di “2001 Odissea nello spazio” che a quanto pare aprirà le danze della prossima rassegna. Sono venuto a conoscenza di tale evento un po’ tardi, e di conseguenza mi son perso alcuni film che mi sarebbero potuti interessare (come “L’uomo Invisibile”). Son riuscito a vedermi due serate e tutto sommato son contento così. Ecco i film che ho visto:

Prima serata ovvero penultima serata:
Terrore nello spazio di Mario Bava, 1965. Ero curioso di vedere questo film e ne sono rimasto alquanto perplesso. Più che un film anni 60 sembra un film anni 50. Ma al di là del budget non proprio elevato, è la sceneggiatura a fare un po’ di acqua qua e là. Carino il finale, alcune scene girate in modo interessante, con un buon impatto visivo ma purtroppo il film è raffazzonato. Si dice che avrebbe influenzato l’atterraggio del Nostromo sul pianeta alieno e la relativa scenografia del pianeta stesso nel film Alien.
Viaggio Allucinante di Richard Fleischer, 1966. Film che avevo già visto in tv e che ho riguardato volentieri. Direi che è un film che ha già un ritmo moderno, una via di mezzo tra il cinema di fantascienza anni 50 e quello che verrà. Per me, un bel film che ha retto all’usura del tempo alla grande!

Seconda serata (per me) ovvero ultima serata:
Frankstein, James Whale 1931. Il film è chiaramente un po’ vecchio, ma è guardabile. Mitico Boris Karloff!
Documentario su Pavel Klushantvev. Interessante biografia su quest’uomo che anziché diventare ingegnere diventò documentarista e diresse nel 1962 il suo unico film. Purtroppo il film non piacque ai russi e finì la sua carriera come regista di film.   
Planet of the storms di Pavel Klushantvev, 1962. Anche questo è un film datato, un po’ lento ma tutto sommato guardabile. Questo è un film misconosciuto ma ha avuto la sua importanza perché ha influenzato Stanley Kubrick (e anche George Lucas) nel suo “2001 Odissea nello spazio”. Di fatti nel film russo c’è il robot John che ha un modo di “agire” simile a quello di Hal. Per chi è appassionato del film di Kubrick, almeno una volta questo film russo va visto.