martedì 24 dicembre 2013

Piccoli consigli natalizi

Probabilmente non sono la persona adatta per dare consigli riguardo alla visione di film natalizi, avendo una cultura cinefila non del tutto completa. Comunque qual cosina in merito la voglio dire anch’io.
Suppongo che “Una poltrona per due” e “Babbo bastardo” non abbiano bisogno di presentazione ormai, soprattutto per chi è della mia generazione o di generazioni più giovani, quindi passiamo ad altri film forse un po’ dimenticati.

La vita è meravigliosa (1946). Film di Frank Capra, con protagonista il mitico James Stewart, è una fiaba che mescola sia ironia che dramma con uno stile ottimo.
Non siamo angeli (1955). Film di Michael Curtiz con protagonisti due mostri sacri come Humphrey Bogart e Peter Ustinov. Divertente forse con il difetto di qualche tempo morto, ma comunque più che godibile.
Regalo di Natale (1986). Film di Pupi Avati con un cast ottimo; è un film drammatico con un tono amaro. Non è proprio un film dai toni fiabeschi, tutt’altro, ma merita una visione.
Cenerentola (1950). Un film della Walt Disney non poteva mancare. Un classico intramontabile.


Ovviamente consiglio altri classici della Walt Disney come “Aladdin” o “Gli aristogatti”. Alcuni di questi film verranno trasmessi in questi giorni più altri film come “Angeli con la pistola” (di Frank Capra) che non ho visto. Buona visione e ovviamente buone feste! 


martedì 3 dicembre 2013

Sole a catinelle

Recentemente l’ultimo film di Luca Medici, in arte Checco Zalone, ha fatto discutere non tanto per il livello del film quanto per l’incasso. Dato che il film ha incassato in modo sproporzionato, qualcuno dice: “Il popolo non capisce un c***o di cinema”, “Siamo un popolo d’ignoranti” e così via. Da poco ho letto un articolo dove la giornalista dice che non andrà a vedere il film perché il film ha incassato troppo bene e le fa tristezza. Un po’ come se io, appassionato di musica, non ascoltassi Prince, perché ha venduto milioni di copie (per la cronaca trattasi probabilmente del più grande musicista commerciale degli ultimi trent’anni). Un ragionamento che mi lascia perplesso! Per carità, sono sempre per il libero arbitrio ma la verità sta da tutt’altra parte: noi italiani negli ultimi trent’anni siamo cresciuti in modo esterofilo e la critica, quella che di cinema ne capisce, parte dal presupposto che un film comico sia un prodotto di serie B. Facciamo un esempio lampante: nel 1972 “La prima notte di quiete” di Valerio Zurlini fu tra i campioni d’incasso in mezzo ai pugni e calci dei film di Bud Spencer e Terence Hill. Come si spiega sto fatto? Probabilmente all’epoca c’era un maggior rapporto quantità/qualità rispetto ad oggi. La gente era più curiosa. Oggi siamo inondati da serie televisive americane (per carità, le guardo anch’io ma mica tutte quelle che fanno!), i multisala sono occupati più da film stranieri che italiani, siamo tutti ahimè cresciuti con una cultura cinefila troppo americana e poco europea. L'unica caratteristica che ci lega al passato è la voglia di ridere. Da qui il successo di Zalone, a mio avviso, meritato.      
Quindi facciamo il punto della situazione: se uno non vuole vedere il film di Zalone, lo faccia non perché ha fatto un bell'incasso ma perché non gli piace l’attore in questione o non gli piace un certo tipo di comicità o vuole spendere i propri soldi, che sono limitati dato i tempi di crisi, per altri film. Il motivo perché ho visto tale film? Semplice: mi son piaciuti i precedenti due del comico pugliese. Ho deciso di vederlo io, non ho avuto comportamenti come una pecora (quello che fanno gli altri, lo faccio anch'io) e sono la stessa persona che una settimana prima dell'uscita di "Avatar", vidi con un mio amico e una coppia di donne il bel film tedesco "Soul Kitchen" (quindi in quattro in una sala, per Zalone la sala ovviamente era piena). Ed è anche ora di finirla di criticare per il solo gusto di criticare: se vogliamo che l’italiano torni ad essere meno esterofilo, dovremmo renderlo più curioso. E ci vorranno degli anni.                    

Comunque il film di Zalone l’ho trovato in palla, al livello degli altri due ma ancora con qualcosina di nuovo: il punto di forza è nell’evolversi della trama non banale condita da tante battute. Ripeto: il film fa ridere, se il tipo di comicità non piace, non andate a vederlo. E basta con i paragoni con i Totò o altri comici: sono fuori luogo e poi mica a tutti fa ridere il comico De Curtis. Ah ecco: adesso avete qualcun altro da insultare…