Sceneggiatura: Woody Allen
Anno: 2012
Attori: Woody Allen, Roberto Benigni, Penelope Cruz, Alec Baldwin, Ellen Page, Jesse Eisenberg
In questi giorni non ho fatto altro che leggere varie recensioni dei vari amici cine-blogger riguardo all’ultima fatica di Woody Allen. Mi ha colpito ovviamente che le critiche fossero discordanti ed è una sensazione strana quella di vedere un film in questa situazione. Non nego che talvolta durante la visione di un film stavo pensando di scriverne una recensione, ma questa volta il mio cervello durante la visione ha pensato a tutto quello che aveva letto in questi giorni. Insomma, stato di pura fibrillazione!
Senza troppi giri di parole, a
me il film è piaciuto. O per essere più chiaro, mi aspettavo un brutto film! E per argomentare al meglio, vi spiego più o meno la
personalità di Woody Allen. Il regista/attore/sceneggiatore newyorchese è un
uomo di cinema (e anche di musica), amante del suo periodo d’infanzia e di
gioventù: quindi anni 50, anni del jazz. Lui è rimasto un po’ fermo a quei
tempi. Con questo film ha voluto omaggiare a suo modo l’Italia e il cinema
italiano. E l’ha fatto mettendo in contrasto alcuni aspetti dell’Italia
superficiale di oggi (vedi Benigni e belle escort di turno) con quella anni 50
(opera lirica, vicoletti intrisi d’amore). Da ciò si evince che il film non era
facile da affrontare e in effetti in alcuni punti una vaga sensazione di
minestrone si può percepirla, andando oltre il semplice surreale. Forse in
alcuni casi il tentativo è esagerato (il futuro marito ancora vergine, insomma roba
d’altri tempi), però il messaggio è del tipo: “Vi preferivo come eravate una
volta, quando non guardavate il Grande Fratello o se andavate a puttane
probabilmente lo facevate con più classe”.
Perché ho detto il cinema
italiano? Perché a partire soprattutto dagli anni 60 e per tutti gli anni 70,
il cinema italiano ha prodotto svariati film a episodi (I mostri, I
complessi, Quelle strane occasioni per fare alcuni esempi), mettendo in
luce i vari stereotipi dell’Italia dei vari decenni. E Allen ha deciso così di
fare un film a episodi. O forse è solo un caso che abbia deciso di fare il film
a episodi….
Per concludere bravi gli attori
(a me Baldwin nella parte stile Humprey Bogart di Provaci ancora, Sam non
mi è dispiaciuto) e bravo Leo Gullotta nel doppiare Allen. Non era facile, dato
che i timbri tra lui e Allen/Lionello sono diversi, ma dato che sicuramente
conosceva bene Lionello, chi meglio di lui poteva doppiare Allen?