venerdì 20 aprile 2012

Cinema italiano e gli italiani….d’oggi


Vinicio Marchioni
Navigando in rete, mi son imbattuto in un articolo della Repubblica nel quale l’attore italiano, Vinicio Marchioni, esternava il suo disappunto nei confronti degli italiani. Leggendo l’articolo/intervista che trovate qui, ho capito il suo disappunto e mi è tornato in mente un periodo della mia vita ed in particolare uno/due aneddoto/i. Nel 2005 molto spesso con un mio amico, si andava al cinema di lunedì e anche per la poca offerta di film italiani si vedeva spesso un film straniero. Un giorno però decisi di vedere un film italiano. Decisi io, perché il mio caro amico è appunto esterofilo, come la stragrande maggioranza di italiani. E un lunedì vedemmo “Manuale d’amore” che piacque sia a me che a lui. Nel Gennaio del 2007 uscì il seguito e come vedemmo contemporaneamente (ognuno a casa propria) il trailer, mi mandò il messaggio: “Pavelo, andiamo a vedere Manuale d’amore 2?”. Ecco, nel mio piccolo avevo un po’ influenzato la vita di un italiano.
Leggendo l’articolo, comprendo il disappunto del Marchioni e nell’intervista emerge un grosso problema che esiste probabilmente da almeno 40-50 anni. Ovvero quello dell’esterofilia italiana. Riporto una frase dell’articolo: “ Tutti quelli che mi seguono e mi scrivono nel blog dicono sempre che è colpa della distribuzione che in provincia fa arrivare solo i blockbuster. Io sono uno di quegli attori che crede si debba formare e informare il pubblico: non so quanto siano coscienti del fatto che, se un film italiano va male nel primo week end, viene tolto dalle sale. Sono dinamiche note solo a quelli del mestiere. Stavolta non è colpa della distribuzione perché Diaz è uscito in 240 copie, Romanzo di una strage in 250 e I più grandi di tutti in 131, per poi ritrovarsi dieci giorni dopo in appena nove sale ”. In effetti molti film italiani non vanno oltre la prima settimana, mentre i blockbuster americani rimangono anche un mese, a prescindere se sono brutti o bei film. Quindi sorge spontanea la domanda: ma i multisala a che servono? Dato che ci sono per l’appunto più sale, non ci dovrebbe essere una maggiore fruizione dei film, di qualunque genere? Anzi a me sembra che dall’avvento dei multisala ci sia stato un aumento dei blockbuster americani. Insomma un paradosso!
Ora per quanto mi riguarda io non sono un esperto conoscitore del cinema italiano degli ultimi 10 anni e quindi non posso darne un giudizio. Addirittura lui parla anche d’idee censurate (strano, vero?), insomma quindi di cinema italiano con le ali tarpate. Sicuramente negli anni 70 si rischiava di più e difatti il cinema italiano era ai vertici. Una cosa è certa: la crisi l’hanno creata gli italiani (ed io francamente me ne tiro fuori) e  hanno creato un cane che si morde la coda (ma che a mio avviso inizia a mordersi qualcos’altro). Quando inizieremo ad essere più duttili nella scelta dei film? Quando la smetteremo di commentare l’ultimo post, senza neanche averlo letto, di un blog che ha all’attivo molti post? Perché non sempre la curiosità è donna, come una volta? Insomma, se è vero che si è toccato il fondo (almeno spero sia così), mi auguro che inizi la risalita….


15 commenti:

  1. discorso interessantissimo che condivido in pieno. Io personalmente amo, seguo e difendo il cinema italiano e fortunatamente vivo in una città fornita di molti cinema d'essai per cui non è difficile vedere ogni tipo di film, ma capisco che a livello nazionale la situazione sia diversa e difficile. secondo me i distributori italiani dovrebbero imparare da quelli americani: i film indipendenti, d'autore, difficili, d'essai (chiamiamogli come vogliamo) nella prima settimana vengono distribuiti in poche copie, poi man mano le copie, settimana dopo settimana, aumentano, tenendo naturalmente conto degli introiti. Ciò significa che questi piccoli film rimangono nelle sale anche per tre mesi, alcuni magari partendo da 10 sale ed arrivando a 20, altri invece arrivando anche a cifre molto più elevate se il pubblico è interessato.
    In Italia si fa il contrario: subito un sacco di sale e poi le tolgono prima ancora che ci sia stato il tempo del passaparola. Così ci rimettono gli esercenti (con le sale vuote), i distributori, produttori, tutti!

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  2. Giampaolo, sfondi una porta aperta con questo post che condivido in pieno.
    Tu sai bene che io scrivo da anni le stesse cose sull'esterofilia del pubblico italiano, e vale in ogni campo, inclusa la musica.
    E' una nostra tara, che rende la cultura italiana molto provinciale. Il cinema italiano soffre l'invadenza del cinema americano, ma spesso il difetto non è nel livello dei nostri film, ma nella produzione e nei criteri distributivi.
    Persogiàdisuo ha ragione quando parla di una strategia carente nella distribuzione, e Marchioni ancora di più quando parla di autocensura di autori e produttori: del resto Nanni Moretti lo ha fatto vedere benissimo nel "Caimano". Si evita di esprimere un'idea perché si ha paura di mettersi qualcuno contro, e il risultato può essere la paralisi creativa.
    Peccato, perché a mio modesto parere, negli ultimi dieci anni continuo a vedere film italiani fatti sempre meglio, dalle commedie ai film politici e d'autore: si è alzata molto, rispetto ai primi anni Novanta, la qualità tecnica del cinema nostrano, e anche gli esordienti adesso sanno il fatto loro.
    Già, ma quanti lo sanno, se certi film in provincia non arrivano neppure? Le multisale stesse, come scrivi tu, dovevano essere l'occasione per dare più spazio a tutti e invece non sono che l'amplificazione esponenziale dei colossi americani.
    Il difetto insomma è nel manico, di chi decide, e non di chi il cinema lo fa.
    Bel post, Giampaolo. Alla prossima.

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  3. @ persogiàdisuo
    grazie del commento! Non sapevo del sistema americano, e quindi si son d'accordo che bisogna imparare dal sistema americano. In questo modo l'economia girerebbe meglio....ma a qualcuno non sembra che questo sia importante!

    @ Armando
    Si ricordo i vari post sul cinema italiano. Che dire? Noi teniamo duro!!!!!
    Speriamo che un giorno vengano utilizzati in modo corretto, le multisale. Certo che dare 7 sale su 8 al cinema estero (per esempio), non va proprio bene....

    Buon weekend a tutti!

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  4. La situazione è molto complessa e lo stato attuale delle cose è figlio di diverse cause. Sicuramente c'è un problema di produzione e distribuzione, come è già stato detto. Ma a monte esiste anche un problema culturale. Il pubblico italiano è DISABITUATO a vedere e seguire certi film. L'impegno sociale e lo spessore culturale non vengono quasi mai premiati. Basti pensare al film iraniano "UNA SEPARAZIONE" che in Francia (dove solitamente si va al cinema il doppio che da noi) è stato visto da più di 800 mila persone in undici settimane. In Italia, in dodici settimane di programmazione, si sono avuti circa 77 mila spettatori, ossia meno che un decimo dei francesi!
    Poi c'è anche un discorso di qualità della proposta che, al netto delle considerazioni fatte sopra, non è certo ai livelli di quella avuta sino agli Anni 70.

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  5. Mi è molto piaciuto questo post.Personalmente amo, seguo e difendo il cinema italiano, non lo trovo peggiore di altri come di solito si tende a raccontare.
    Quando il regista Quentin Tarantino aveva criticato il cinema italiano alla mostra di Venezia qualche anno fa, avevo dedicato nel vecchio blog di splinder un post alla questione in "risposta"(ovviamente virtuale dato che lui non l'avrebbe mai letta) alle sue affermazioni.
    Io trovo che i primi "menici" del cinema italiano sono non solo gli italiani stessi per molti pregiudzi che hanno, ma anche registi produttori distributori che fanno poca sponsorizzazione e pubblicità al loro film (ad esempio, quando LA PRIMA COSA BELLA di Paolo virzì era stato scleto a rappresentar el'Italia per gli Oscar nessuno andò negli States per fargli pubblicità, npè il regista, nè gli attori, nè il produttore. questo almeno quello che ho letto sui giornali).Trovo che la cosa sia molto dannosa per il film; oltre a ciò sono d'accordo sul fatto che molti film sono poco distribuiti (a volte non arrivano proprio) e rimangono poco in cartellone.
    Ad esempio: due settimane è uscito POKER GENERATION, un film che volevo andar a vedere con due amiche, ma una delle due si è ammalata e abbiamo pensato di spostare a questa. oggi però guardando la programmazione ho visto che il film è già stato tolto. Insomma, è rimasto in cartellone solo due week end e olytretutto con orari proibitivi (a parte il fine settimana, gli altri giorni era in programma solo di pomeriggio.
    se aggiungiamo una scarsa valorizzazione di molti attori, spesos relegati ai ruoli che li hanno resi famosi (ad esemoio Margherita Buy, quasi mai vista in ruolo diverso da quello della frustrata nevrotica)...il gioco è fatto.

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  6. @ RearWindow
    Concordo! Attendiamo tempi migliori anche se sono pessimista, per ora.....

    @ Tiziana
    Benvenuta nel mio blog!
    Bè non mi ricordo esattamente cosa disse Tarantino, ma forse era una provocazione da parte di un regista che conosce bene il cinema italiano anni 70. Forse lui intendeva dire: "C'è gente in gamba, ma potete fare di meglio!". In effetti i bravi attori ci sono, però vuoi per idee censurate, vuoi per film che manco arrivano in provincia,
    di conseguenza il cinema italiano non è al meglio delle proprie potenzialità.
    E' dall'anno scorso che vedo film italiani anni 70 di vario genere e non ho ancora finito: il cinema anni 70 sembra un pozzo senza fondo!
    Con "menici" intendi nemici? E poi si, probabilmente c'è gente che si gratta quando dovrebbe fare qualcosa di più.....

    Buona serata a tutti!

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  7. Secondo me alle spalle c'è un problema di cambiamento dell'andare al cinema... Mi spiego: una volta (io lo faccio ancora): andare al cinema aveva lo stesso valore di leggere un libro, si sceglieva e si andava; oggi, e questo dipende molto dall'avvento dei multisala, succede sempre più spesso che si vada al cinema (che nel frattempo è diventato una sorta di luna park) e poi a seconda delle situazioni si decida cosa vedere; ed è chiaro che questo modo di guardare al prodotto-film va a scapito della qualità, anche perché per forza di cose quando si va in un multisala magari il 'film di valore' viene sommerso da blockbuster e quant'altro. Secondo me comunque la situazione è già migliore rispetto a quella di qualche anno fa: secondo me cinque o sei anni fa film come ACAB o Diaz non avrebbero manco avuto speranza di essere prodotti. Dopo i successi di Gomorra e Il Divo, almeno in Italia si è ripreso a fare anche un certo tipo di cinema, non solo commediole o film con troppe pretese 'autoriali'...

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  8. @ crimson74
    Si è vero i multisala è diventato un calderone di vari personaggi di ogni genere!
    Però si probabilmente qualcosa negli ultimi anni si è mosso...
    per esempio mi ricordo che un film come "Tutta la vita davanti" rimase almeno un mese nelle sale del Cineworld d'Iglesias....
    Buona giornata!

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  9. Sono d'accordo con crimson74, una volta andare al cinema era vissuto in modo diverso, forse anch perchè non c'erano home video e televisione.Oltetutto con l'avnto delle mutlisale molti vecchi cinema sono stati chiusi. Pensa che negli anni 60, quando era giovane mia mamma e andava al cinema nella sola città di Brescia (quindi non considerando la provincia) c'erano uan ventina di cinema , tra cinema importanti (quelli del centro) e meno importanti (zone periferiche).

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  10. per quanto riguarda il discorso di durata dei film ti posso fare un esempio personale: nel 2009 usiì LA PRIMA LINEA, film di Renato de Maria che trattava il tema delicato ( e per me sempre interessante) degli anni di piombo. Non riuscìì ad andare a vederlo perchè rimase in cartellone un solo week end....poi sparì e non veenn recuperato nemmeno per la rassegna estiva.

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  11. @ Tiziana
    è vero ormai non esistono più i cinema di una volta (che io ho visto poche volte), quelli in cui "ruotavi" la testa per passare da un estremo all'altro dello schermo....e si andare al cinema aveva un altro sapore, un pò come quando andavo ogni mercoledì a comprare Topolino: per me era come un evento!
    La Prima linea non l'ho visto e non ne ricordavo l'esistenza....
    probabile pubblicità, a suo tempo, inesistente (o quasi!), nonostante la presenza della Mezzogiorno.
    Buona serata!

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  12. ti sagli, all'epocea dell'uscita si fecero molte polemiche perchè basato sulla biografia del terrorista Sergio Segio (interpretato sa Riccardo Scamrcio). Giovanna Mezzogiorno era Susanna Ronconi, la terrorista sua compagna.
    se ti interessa ho ache un altro blog che tratta di cinema:

    http://dalromanzoalfilm.blogspot.it/

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  13. @ Tiziana
    ti sagli sta per ti sbagli credo.....
    Si probabile che, per qualche motivo, non avessi sentito le molte polemiche....
    mi son iscritto ieri notte al tuo blog cinematografico, molto interessante!
    Buona giornata!

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  14. questa crisi del cinema italiano è talmente un argomento vetusto che non sapremmo che dire se dovesse finire.Ci porta per questo a venerare gli anni passati come se fosse Eldorado,ma quante cazzate si facevano nei 70,poi rivalutate oggi.
    L'attore però dice una cosa vera:perchè togliere o mettere per pochi giorni un film nazionale,che verrebbe aiutato da una sana esposizione?

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  15. @ babordo76
    in effetti è una vita che si dice che il cinema italiano è morto....
    però credo che prima bisogna avere la possibilità di vedere un film e soprattutto di avere una critica all'altezza.
    Per esempio negli anni 70 il cinema poliziesco non era molto ben trattato e poi è stato rivalutato....
    i film di Federico Fellini erano trattati benissimo dalla critica, e la gente andava a vederli probabilmente perchè la critica ne parlava bene. Insomma la critica italiana non l'ho mai vista di buon occhio....
    infatti molti registi italiani son sempre stati trattati bene dalla critica estera e meno da quello italiana.
    Io ormai so che la mia missione è rivalutare film. Punto!
    Buona serata!

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