martedì 12 novembre 2013

Io lo chiamo cinematografo

Verso la fine di Agosto vidi questo libro, e come consuetudine, prima lo guardai,
e dopo aver letto  qualche riga per intuire il valore del libro che mi parve subito buono, decisi di comprarlo. Tornai a casa, e mi resi conto di un problema non di poco conto: non avevo mai visto un film di Francesco Rosi!
Dovetti ovviamente risolvere il problema e prima di iniziare il libro di slancio guardai “Uomini contro”, “Le mani sulla città” e “Salvatore Giuliano”. In tempi successivi vidi “Cadaveri Eccellenti”, “Cronaca di una morte annunciata” e “Dimenticare Palermo” permettendomi cosi pagina dopo pagina di leggere il libro in modo scorrevole. Purtroppo solo in un tempo successivo ho visto “La sfida”, il suo primo lungometraggio, se si esclude il “Kean” diretto insieme a Vittorio Gassman.
Il libro si dipana su un’intervista a Francesco Rosi da parte di Giuseppe Tornatore, partendo dall’infanzia del Rosi fino ad arrivare ai giorni nostri. Interessanti i vari aneddoti che hanno caratterizzato la carriera del Rosi, la vita sentimentale, i progetti non andati in porto, il suo periodo di aiuto regista con Visconti (e difatti prima di leggersi il libro, occorre vedersi almeno “La terra trema” e “Bellissima”), tutto facilitato dall’affiatamento fra i due registi.
Il libro ve lo consiglio perché si entra in contatto con un mondo cinematografico che in qualche modo non c’è più (a quanto pare una volta il cinema era una gran famiglia, ci si sentiva spesso fra registi, attori, ci si faceva favori come quando Rosi ancora a non riprese finite de ”Le mani sulla città” mandò di corsa da Fellini per “8&1/2” il suo direttore di fotografia Gianni di Venanzo), ricco di aneddoti (alcuni divertenti come quello riguardante Orson Welles e Peter O’Toole), utile per conoscere meglio “quasi” dal di dentro la storia del cinema italiano o meglio di un certo tipo di cinema (cinema di genere drammatico di stampo neo-realista/realista), il rapporto umano tra produttori e registi, per interessarsi anche ad aspetti tecnici del mondo cinematografico ma ricordate: non iniziate il libro se non avete visto almeno una decina di film del Rosi più quei due di Visconti, altrimenti diventa un bel mattone, ma pur sempre un mattone!  
Infatti qualche pagina me la sono riletta……:)

6 commenti:

  1. Il libro mi è stato regalato qualche mese fa e devo dire che l'ho molto apprezzato. Come giustamente dici, offre un interessante spaccato del cinema di Rosi, ma non solo. Consigliato.

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    1. @ Rear Window

      Si concordo un bel libro, consigliato a tutti i cinefili!
      Ciao!

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  2. Ottimo consiglio ma anch'io non ho mai visto un film di Rosi !

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    1. @ Bruno

      "Salvatore Giuliano" e "Le mani sulla città" bisogna vederli prima di leggere il libro.
      Io non ho ancora visto "Cristo si è fermato a Eboli" ma ebbe un buon riscontro di critica-pubblico, da quello che ho letto nel libro, quindi te lo consiglio.
      Buona domenica!

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  3. Un grande, Rosi. Cinema di denuncia e racconto sociale che diventa memoria.
    Che alcuni di voi non abbiano mai visto un suo film è sintomatico dello stato comatoso della cultura italiana e dei media.
    "Le mani sulla città" anticipa il malcostume e la collusione tra politica e affarismo: andrebbe proiettato in tutti i licei per obbligo. Anche questa è educazione, cultura e preparazione alla vita che ci circonda: memoria e consapevolezza.
    La televisione perché non trasmette i film di Rosi, Antonioni, Pasolini, Germi, Petri, Zurlini, Visconti, almeno tre volte l'anno in prima serata e non alle tre di notte per insonni cronici?
    Certe volte penso che sia un vero miracolo, o un regalo immeritato, che in un paese così avverso alla cultura (non indifferente: avverso) ci siano registi come Sorrentino, Moretti, Bellocchio, Garrone, Diritti, Virzì, Crialese, Mazzacurati che ancora riescono a girare film.
    In un paese dove i cinema chiudono e le multisale trasudano merda tridimensionale per me sono degli eroi, altro che lo stalliere di Arcore...
    Bravo comunque, Giampaolo, a scrivere di Rosi: la tua curiosità ti fa onore.
    Ciao.

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    1. @ Armando

      Concordo! Certi film andrebbero trasmessi in prima serata come "Le mani sulla città" o "Un uomo in ginocchio" di Damiano Damiani per esempio e tanti altri e, come dici tu, trasmetterli nei licei (potremmo farne un giorno un post, in effetti c'avevo pensato anch'io in queste due settimane).
      D'altra parte c'è anche da dire che c'è stato anche una crescita di cultura anti-scientifica, anche da parte di chi non ti aspetti.
      Sui multisala ne parlerò nel prossimo post in relazione al film di Zalone!
      Ciao e buon weekend!

      Ps suppongo che la parola eroi stia per errori....... :)

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