lunedì 29 aprile 2013

Dexter: le prime sei stagioni


E’ un periodo che guardo film di ogni genere-periodo (“Colazione da Tiffany” – "La prima notte di quiete" - “Gli occhiali d’oro” – i recenti “Il lato positivo”- “Viva la libertà”- “Tutti contro Tutti”) e nel mentre ho deciso d’imbattermi in una serie televisiva di successo ovvero Dexter. Io per ora sono arrivato fino alla sesta stagione, segno che la serie in questione mi ha appassionato. Il segreto di un successo di una serie credo siano i personaggi e la relativa scelta degli attori, e in tal caso il bersaglio è stato centrato. E poi hanno ovvia importanza le sceneggiature con l’altrettanto ovvia conseguente esecuzione.
Partiamo dalla prima stagione: si inizia lentamente, si parte dalla
Dexter
caratterizzazione dei personaggi, dal protagonista Dexter Morgan (Michael C. Hall), un tranquillo ematologo della polizia di Miami ma che in realta è un serial killer intelligente che sfoga il suo "disturbo" verso le persone cattive, da Debra, sorella di Dexter (non di sangue), tanto sboccata quanto in gamba (e infatti col passare delle serie matura come poliziotto e anche con la quantità di parolacce), passando per l’ambiguo tenente La Puerta, il detective Batista, che veste latino ed è molto amichevole e Masuka, il collega di Dexter,  simpatico uomo arrapato di figa ma dotato di certa onestà e lealtà non indifferente. E poi c’è Rita, (interpretata da Julie Benz), dotata di estrema grazia e da un culo meravigliosamente scultoreo e il fantasma-ricordo del padre adottivo di Dexter, Harry Morgan, interpretato da un grande James Remar. Nel seguito delle stagioni qualche personaggio ci lascia e qualcuno nuovo arriva.
Quello che ho notato è che in un certo senso le stagioni sono quasi a se stanti, sembra quasi che ogni volta si riparta da zero, eccetto direi per le prime due, anche se ovviamente tutte le stagioni son legate. La formula di ogni stagione è sempre la stessa: c'è uno stronzo di serial killer, pazzo scatenato, che manda nel pallone la polizia di Miami, e nel mentre Dexter si "diverte" a massacrare qualche criminale lasciato in libertà. Si potrebbe pensare di cadere in una serie ripetitiva ma per fortuna e per bravura degli sceneggiatori non lo è. 
La prima stagione è una delle migliori, con una sceneggiatura intrigante che tiene incollati allo schermo e una bella fotografia che ci accompagnerà anche nelle successive stagioni. La seconda è la stagione che a quanto pare piace a molti fan ma che personalmente ho trovato una gran cavolata, con scene forzate, “irreali” dal punto dei vista dei dialoghi. La terza non è male e ho trovato interessante l’idea di una eventuale amicizia tra Dexter e Miguel Prado…..guardatevi la terza stagione. La quarta è una bella stagione, un confronto tra Dexter e il serial killer più sflesciato degli ultimi trent’anni Trinity; l’ultima puntata ha qualche forzatura (che ci volete fare le americanate ci stanno gioco forza), ma tutto sommato non scalfisce una stagione positiva. E si arriva alla quinta, forse la mia stagione preferita. Qui Dexter incontra una persona che lo capisce e trova la sua dimensione, una sorta d’equilibrio interiore, per una stagione purtroppo per lui, ma almeno la trova.  
E infine, per ora ho visto la sesta ed inizia a notarsi un po’ di stanchezza da parte degli sceneggiatori, il non sapere cosa più inventarsi e infatti  si arriva un po’ a fatica all’ultima puntata con il colpo di scena. Così così.
Ora non mi resta che la settima stagione che a quanto pare è ancora peggio della sesta e infine l’ottava che dovrebbe chiudere tutta la serie. Spero di aver suscitato un minimo di curiosità verso questa serie e inoltre i film citati a inizio post ve li consiglio! 

mercoledì 3 aprile 2013

Quelli che......non lo dimenticheranno mai


Qualche giorno fa Enzo Jannacci ci ha lasciato. Conosco poco della discografia del geniale musicista di Milano, ma almeno il periodo 75-79 lo conosco discretamente bene e li ho imparato ad apprezzarlo. Ascoltando i suoi pezzi capisci quanto sono attuali, quanto hanno retto bene all’usura del tempo, quanto sono universali e direi anche quanto erano eseguiti bene! Le sue musiche erano allegre ma anche condite di un velo di dramma e di critica. Forse per questo qualcuno non lo apprezzava perché usava una certa vena ironica ma a mio avviso, per trattare certi argomenti, era il modo giusto. Questo è un blog cinematografico, come qualcuno di voi saprà, ma proprio in quel periodo 75-79 alcune sue composizioni furono sapientemente usate in alcuni film, come per esempio “Pasqualino Settebellezze” (Quelli che, Tira a Campà), “L’Italia s’è rotta” (Statu quo), "Sturmtruppen", “Gran Bollito”, “Saxofone” per l’amico Pozzetto. Fu attivo anche come attore: fece coppia con Monica Vitti nel primo episodio “Il frigorifero” del film “Le coppie” e protagonista nel film “L’udienza” di Marco Ferreri, film che non ho visto. E ovviamente non dimentichiamoci che era un medico! Di giorno in ospedale, di sera a cantare.
Insomma un uomo, un grand’uomo assai versatile, che mancherà a tutti quelli che lo hanno apprezzato.  
Grazie, Enzo!