Dopo una non esaltante sesta
stagione, ma con il colpo di scena finale, si attendeva con ansia la settima
stagione. Attesa ripagata? Parzialmente si. L’evoluzione di questa settima
stagione, nelle prime puntate non è male, i dialoghi serrati sempre più fitti
tra Dexter e Debra sono ben interpretati e interessanti da un punto di vista
psicologico. Purtroppo ad un certo punto proprio al giro di boa, al concludersi
della sesta puntata, avviene la cavolata che rovina questa stagione e il vizio
di scrivere americanate, si ripresenta anche qui, come successo nella seconda
stagione. L’ultima puntata poi è l’apoteosi delle cavolate, la ciliegina sulla
maxi-torta delle cavolate. Interessante il personaggio Isaac Sirco (Ray
Stevenson molto in palla), un personaggio cinico ma al tempo stesso con un suo “codice” morale. Ah poi dimenticavo, anche qui non poteva mancare la presenza femminile, la new entry, Hannah McKay (Yvonne Strahovsky) che stravolgerà la vita di Dexter.
Come successo nella sesta, c’è
la sensazione che la sceneggiatura sia stata scritta, a tratti bene, a tratti
frettolosamente, aggiungendo qua e la dei riempitivi per arrivare alla
dodicesima puntata, creando così dialoghi anche surreali per lo stesso Dexter e scene forzate oltre il limite della realtà.
Ora non ci resta che attendere
l’ottava e si suppone ultima stagione, quella definitiva, quella dove Dexter
forse tornerà se stesso o forse prenderà una strada diversa, più “normale”. Sperando
che i sceneggiatori tornino in forma, che la smettano di raschiare il fondo del
barile e che le buone idee tornino a galla.
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