lunedì 24 dicembre 2012

Buone Festeeee!!!!


Ogni tanto ho l'ispirazione per fare qualche lavoretto di fantasia riguardanti film. Essendo in periodo natalizio, ho voluto fare gli auguri, attraverso un film che mi piace assai, in modo particolare e comico. Perché il film in questione ha dei momenti comici che lo rendono  peculiare nel suo genere ovvero Predator
Per i fan di Arnold Schwarzenegger e del film (diretto da John McTiernan), le foto sulle quali ho creato queste semplici vignette sono note.  La scena in cui Dutch/Arnold urla con la torcia, di fronte al lago illuminato dalla luna piena, è pura leggenda. 
Buone feste! 

Predator

giovedì 20 dicembre 2012

Romanzo Criminale


Regia: Michele Placido
Anno: 2005
Attori: Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Anna Mouglalis

Scamarcio - Favino - Trinca - Mouglalis - Santamaria - Rossi Stuart - Accorsi
Michele Placido è un attore e regista che conosce bene il cinema anni 70, il cinema di denuncia. E la storia italiana travagliata dalle varie lotte e omicidi di quel periodo. Lui stesso ha lavorato in alcuni film anni 70 e negli anni 80 con uno dei registi più bravi nel cinema di denuncia come Damiano Damiani nel film Pizza Connection e la serie tv La Piovra e anche con Carlo Lizzani. Romanzo Criminale è tratto dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldo, uscito nel 2002, ispirato alle vicende della banda della Magliana. Fin dai primi minuti si nota la mano esperta di Placido, in alcune riprese, frutto di anni di esperienze.
Credo che lo scopo del film sia quello di far notare, attraverso la prospettiva di una banda, la storia italiana piena di buchi e di misteri che ci sono riguardo a molti omicidi e stragi ancora senza un nome e un perché. Il tutto nell’arco di due ore e mezza circa di durata con conseguente non ottima caratterizzazione dei vari personaggi (a parte quella dei protagonisti Libanese, Dandi e Freddo, per tutti gli altri personaggi si rimanda all’ottima serie televisiva). Questo perché si voleva mettere in evidenza la nostra strana triste storia quasi senza senso, in parallelo alla vita dei criminali, che volevano semplicemente conquistare Roma e che invece vengono a loro volta trattati da burattini da forze misteriose e in un certo senso sono loro a fare da sfondo alla storia del film ovvero agli anni difficili a cavallo tra gli anni 70 e 80. Come in un film noir, i protagonisti della banda sono in un certo senso umani, e con qualcosa di romantico. Bella la fotografia di alcune scene girate di notte, dando il giusto tocco di atmosfera al film, coadiuvata da una colonna sonora bella e cupa e con i giusti accompagnamenti musicali.
Qualcuno parla di film all’americana? Forse non conosce per nulla il cinema italiano anni 70. Questo è un film italiano! Per concludere, aggiungo che questa mia umile recensione riguarda il film uscito nei cinema. Quindi la versione originale, non tagliata, suppongo che sia anche superiore o meglio più completa.    

sabato 8 dicembre 2012

Skyfall - 007


Regia: Sam Mendes
Attori: Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes, Javier Bardem
Anno: 2012
Musica: Thomas Newman, tema musicale di Adele
Sceneggiatura: John Logan, Neal Purvis, Robert Wade
Fotografia: Roger Deakins


Daniel Craig - SkyfallL’ultimo capitolo della infinita saga di 007, a 50 anni dal primo “Licenza di uccidere”, vede per la prima volta alla regia Sam Mendes e Daniel Craig nei panni dell’agente 007 per la terza volta. Il risultato è felice: Mendes si rivela un regista abile nel girare alcune scene d’azione, imbastendo la giusta tensione in alcuni momenti topici. Come suo solito, dirige bene gli attori (oserei dire un Luigi Comencini inglese, dei giorni nostri ovviamente, con le dovute differenze), dando il giusto spazio ai vari personaggi.
Con questo 23° film (“Mai dire mai” non rientra nei 23 film perché non fu prodotto da Albert Broccoli) che cade nel 50° anno, si è voluto in un certo senso riavviare, resettare il personaggio, ripartire da zero. Lo dice la parola stessa: Skyfall, un po’ come dire dalle stelle alle stalle. E’ un film di transizione, un eventuale ponte tra il passato e il presente, con il domandone: riuscirà il nostro agente 007 a resistere all’usura del tempo per i prossimi 50 anni? E difatti è un film che ha dei simpatici omaggi ad alcuni film precedenti di questa saga: nei confronti dei film con Roger Moore vi sono le battute “Solo per i suoi occhi” e “Sono un bersaglio mobile” e la scena di lotta girata a Macao omaggia la scena dei coccodrilli di “Live and Let die”, mentre verso il finale non poteva non comparire la mitica Aston Martin con paesaggi molto suggestivi che ricordano i primi film di Sean Connery, in particolare “Missione Goldfinger”. Il tutto miscelato con le tecnologie odierne, alle quali 007 si dovrà abituare e adattare lungo tutto il film.
Merita una nota di merito Javier Bardem eccezionale nella sua interpretazione, un folle e allo stesso tempo personaggio geniale, un vero e proprio rivale di 007. Bello il tema musicale di Adele, che richiama musiche dei vecchi film anni 60-70 melodiche e solenni. Bravo Craig, nel suo essere freddo ma con un leggero pizzico di stile ironico alla Roger Moore, nel punto di massimo pathos che è a 3/4 del film (a mio avviso, ovviamente). Ottima la fotografia di Roger Deakins, in particolare bello il color plumbeo che circonda le valli scozzesi.
In conclusione, se siete fan di 007, consiglio di vedervi questo bel capitolo della saga che potrebbe aprire una serie interessante di film, e perché no, magari sempre diretta dal bravo Sam Mendes.  

Daniel Craig - Aston Martin - Judi Dench

domenica 2 dicembre 2012

Trash: secondo atto!


Tutta da scoprire
Un anno fa iniziai lo studio personale del cinema italiano anni 70 e anni 80. E scrissi un post sul trash (eccolo qui, post precedente a questo); già in quel periodo stavo capendo/intuendo che il periodo trash riguardava soprattutto gli anni 77-82. Anche prima nel periodo 75-76 c’era stato qualche barlume di trash.
Ecco alcuni film che ho visto nel periodo successivo: “La dottoressa sotto il lenzuolo” (film del 1976), “Dove vai se il vizietto non ce l’hai” (forse uno dei picchi del trash) “Voglia di Donna”, “L’insegnate balla….con tutta la classe”, “Pierino contro tutti”, “Pierino medico della Saub” (pensavo peggio, tutto sommato non tanto trash), “Pierino colpisce ancora”, “Tutta da scoprire” (uno dei vertici del trash), “La dottoressa preferisce i marinai”, “Il marito in vacanza”, “W la foca” (forse il film più trash della storia), “Biancaneve e Co.”, “Il sommergibile più pazzo del mondo”, “Una vacanza del cactus” (non particolarmente trash). Ovviamente ho visto tutta la serie di Nico Giraldi/Tomas Milian ovvero la serie delle squadre e dei delitti, ma farli rientrare nel genere trash mi pare eccessivo.
Dopo un anno e mezzo di visioni del cinema italiano di quel periodo, la sensazione che avevo si è rivelata esatta: il trash è stata una degenerazione della commedia erotica all’italiana. Ovvero un qualcosa che non era affatto volgare si trasformò in qualcosa di eccessivo. Film come “La liceale” o “L’Infermiera” non sono trash, poi ci furono i “seguiti” che furono trash. O anche “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” o “La schiava io ce l’ho e tu no” non sono trash. E tutto questo fa confusione nella testa del cinefilo poco galileiano, che se guarda determinati film, arriva a vederli con pregiudizio e di conseguenza anche controvoglia. Direi con matematica certezza che il picco del trash fu tra l’80 e l’82.
In mezzo a tutti questi film mi son imbattuto in altri film e ho iniziato a fare una lista dei miei film preferiti anni 70 italiani dove spazio in ogni genere (da “Milano Calibro 9 a “Lo Scopone Scientifico”, da “Sessomatto” a “Non si sevizia un paperino”). Prima o poi la metterò in mostra anche qui su blogspot, dato che è in continuo aggiornamento. 

W la foca

                 

mercoledì 28 novembre 2012

Commedia trash italiana: aiuto!!!!


Post pubblicato nell'Aprile del 2011.
L'infermiera di Notte - Gloria Guida
Come ho detto in alcuni post precedenti è un periodo che guardo la commedia italiana anni 70-80, quella di Renato Pozzetto, Lino Banfi e Lando Buzzanca, per intenderci. Allora ho anche pensato di vedermi il cinema trash, quello culi e tette, con protagonisti in particolare Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Gianfranco D’Angelo. E ovviamente con la gentil presenza delle Edwige Fenech, Gloria Guida e AnnaMaria Rizzoli. Quindi mi son visto andando per ordine: “La liceale seduce i professori” (un film decisamente brutto), “La liceale nella classe dei ripetenti”, “L’insegnante va in collegio”, “La ripetente fa l’occhietto al preside”, “La compagna di banco”, “L’insegnante viene a casa”, “La poliziotta fa carriera”, “La liceale, il diavolo e l’acquasanta” (questi ultimi due volendo, per essere buoni, son semi-trash), “Classe mista”, “La professoressa di scienze naturali” “La soldatessa alla visita militare”, “La soldatessa alle grandi manovre”, “La dottoressa ci sta con il colonello”, “La liceale con l’amica di papà”, “L’infermiera nella corsia dei militari”. Onestamente son film mediocri/scarsi, senza un minimo di trama o se ce l’hanno, le trame son tutte uguali (Banfi che è arrapeto, sposato che vuole trombare con la gnocca di turno, Gloria Guida o Edwige Fenech, ma alla fine gli va sempre male, a differenza dell’Alvaro Vitali che più o meno non andava mai in bianco). A dover di cronaca, qualche scena fa anche ridere, ma purtroppo rimane fine a se stessa e il fatto che siano stati fatti troppi film in poco tempo (dal 77 all’81) non ha giovato per scrivere delle sceneggiature decenti. Di conseguenza mi è sorta una domanda: ma con cinema trash si intende tutto il cinema in cui vi sono culi e tette o anche solo l’ombra? Ovvero: anche “La patata bollente” di Steno appartiene al cinema trash? Insomma, il punto della questione è se si è fatto di tutta un’erba un fascio per colpa di qualche film di scarsa fattura. Quello che ho sempre apprezzato in un film è la presenza di una trama, a prescindere dal genere, comico o drammatico, horror o musical, e a prescindere dalla presenza di culi e tette. Perché se la presenza di scene nude fa considerare buona parte della commedia italiana trash, allora anche "Basic Instinct" è trash! Ovviamente questa è una battuta.
Tuttavia ho riscontrato direi degli incredibili paradossi: “La liceale”, film che ha aperto la serie dei film scolastici, è un film non malvagio, con un finale quasi drammatico. Bravi gli attori: su tutti direi Gianfranco D’Angelo, Mario Carotenuto, Enzo Cannavale e Alvaro Vitali. A mio avviso, leggendarie alcune inquadrature in questo film da parte di Michele Massimo Tarantini (che poi non so si è ripetuto a questi livelli ma mi sa di no), in particolare la scena in cui la tipa bolognese avanza a gattoni verso Alvaro Vitali e lui esplode nel leggendario: “Caricaaaaaa!!!!”. Menzione a parte per il culo, il pelo e le tette della Gloria Guida, direi da antologia. Anche “L’affittacamere” (forse l’ultimo film decente di Mariano Laurenti) è un film gradevole che a ben vedere è lo specchio di quella realtà e anche quella di oggi! Guardare per credere! E per di più, c’è un Lino Banfi veramente in forma, straordinerio. E volendo anche “L’insegnante”, è un film salvabile, guardabile. Parlando in termini cronologici fino al 1975, i film erano ancora decenti. Poi tra il 77 e l’81 ci fu il periodo trash, caratterizzato da un innumerevole quantità di film ma purtroppo da una bassa qualità. Nei tre film che ho citato, sarà un caso, ma vi è la presenza del recentemente scomparso Enzo Cannavale, un bravo caratterista che gode di una filmografia positiva. Un film che poteva risultare un buon prodotto è “Per amore di Poppea”, film non brutto ma non completamente riuscito e tra l’altro è una strana miscela di film sexy e demenziale. Tant’è che la scena finale credo possa aver ispirato la scena a metà film de “La pazza storia del mondo” di Mel Brooks (la fuga con la biga). Inoltre vi sono film che hanno dei buoni primi tempi e delle scadenti secondi parti quali per esempio “L’onorevole con l’amante sotto il letto”. Un vero peccato perché il politico con il riporto calzava a pennello al buon Lino Banfi. Ultima critica: molto spesso alcuni film erano talmente troppo corali che non si capiva chi era o se c’era un protagonista. Insomma: dei veri e propri minestroni!
Un film che comunque merita un po’ di attenzione è “L’infermiera di notte”. E’ una commedia sexy-trash ma tutto sommato è guardabile, e a mio avviso, può essere considerato un cult per via della buona amalgama Banfi-Vitali-Carotenuto. Con questo film Gloria Guida entrò nel cervello di tutti gli italiani.
Per fortuna il buon Sergio Martino diede un senso alla carriera di Lino Banfi con film a tre episodi quali “Sabato, Domenica e Venerdì”, “Zucchero, miele e peperoncino” e “Ricchi, ricchissimi…praticamente in mutande”, sempre commedie erotiche ma con quel minimo di decenza che rende godibile la loro visione fino a dirigerlo nel celeberrimo “L’allenatore nel pallone” nel 1984.
In conclusione con questo post, vorrei semplicemente smuovere un po’ gli animi di alcuni italiani che a mio avviso pensano che esista solo il cinema d’autore (poi non so con quale coerenza parlano di Avatar come di capolavoro) oppure esaltano il cinema comico dei film demenziali di Mel Brooks o dei fratelli Zucker. Perché li esaltano? La mia sensazione è che sia un caso di esterofilia bello e buono e il fatto che ci sia voluto un italo-americano per rivalutare questo nostro cinema ne è la conferma.  

Ps se avete qualche consiglio da darmi in ambito della commedia sexy all’italiana, li accetto ben volentieri! 
Ps del Ps arriverà un nuovo post frutto dei successivi mesi (Aprile 2011-Novembre 2012) di visione di vari film italiani di quel periodo.

lunedì 19 novembre 2012

Il...BelPaese


Il …BelPaese è un film del 1977 diretto da Luciano Salce con protagonista Paolo Villaggio. Vi è anche la presenza femminile di Silvia Dionisio, personaggio grintoso e femminista del film. Non sto a fare una recensione di questo bel film che dava un bel spaccato dell’Italia di allora (anni 70) in modo ironico, ma riporto semplicemente qui un dialogo assai divertente che caratterizza molto bene i due personaggi, decisamente diversi fra di loro.
Lui in seguito ad un incidente in bicicletta è immobile nel letto con la gamba fratturata. Lei ha voglia di fare all’amore. Ecco il mitico dialogo dopo l’accoppiamento:

Lui: “Eh-eh…..di la verità…non avevi il coraggio di dirmelo, ma tu mi ami, vero?”
Lei: “Ma non dire cazzate!”
Lui: “Ehhh ma allora perché lo hai fatto?”
Lei: “Perché è il mio periodo fecondo e voglio avere un figlio. Servirà a realizzarmi.”
Lui: “Ma perché proprio con me?”
Lei: “Per pigrizia e non mi andava di cercarmi qualcun altro.”
Lei se ne va e Lui: “Ma allora mi hai trattato come un uomo oggetto!!!!”

In conclusione, consiglio vivamente di vedere questo film, per chi è amante dei mitici anni 70 e dell’Italia. Magari non è il massimo, ma ha delle scene cult!

Ps Per quanto riguarda Luciano Salce credo che prima o poi farò una recensione del film "L'anatra all'arancia", cult assoluto. 

Silvia Dionisio - Paolo Villaggio

venerdì 2 novembre 2012

Autostop Rosso Sangue


Regia: Pasquale Festa Campanile
Anno: 1977
Attori: Franco Nero, Corinne Clery, David Hess
Sceneggiatura: Aldo Crudo, Pasquale Festa Campanile, Ottavio Jemma
Musiche: Ennio Morricone


Autostop Rosso Sangue
Film diretto da Pasquale Festa Campanile. Se qualcuno conosce questo regista che trovo sia stato sottovalutato ai suoi tempi dalla critica, saprà che è stato un regista di film comici, alcuni dei veri e propri cult come “Quando le donne avevano la coda ” o il misconosciuto “Conviene far bene l’amore” oppure il famoso e discreto “Un povero ricco” con Renato Pozzetto. Questo film nella carriera del regista/sceneggiatore è come una mosca bianca, un thriller movie direi agghiacciante.
Walter Mancini (Franco Nero) ed Eve (Corinne Clery), sposati da nove anni, sono una coppia evidentemente poco felice, e passano le loro giornate in campeggio nella speranza di superare il periodo di crisi. Durante un viaggio in automobile, Eve decide di dare un passaggio ad un autostoppista, Adam Konitz (David Hess). L’autostoppista si rivela fin da subito un poco di buono che complicherà la vita della giovane coppia, già stressati di loro. Da qui in avanti, tra continui colpi di scena si arriva ad un finale inaspettato, un finale shock.
Il film è un capolavoro (a mio avviso, ovviamente) per svariati motivi. Vi è innanzitutto una buona caratterizzazione dei personaggi che danno l’idea della situazione drammatica in cui si trova la coppia di sposi. Le musiche di Ennio Morricone sono perfettamente adatte al contesto dark del film ovvero sono ossessive, caratterizzate da una chitarra acustica che fa venire i brividi, una melodia che penetra subito nelle meningi. La fotografia è altrettanto molto bella, con dei bei primi piani dei protagonisti, belle inquadrature lunghe, tese a soffermarsi sugli sguardi che mettono in evidenza lo stato psicologico e spirituale dei personaggi. Gli attori sono in stato di grazia: un Franco Nero in forma, una brava e bellissima Corinne Clery (nuda in più occasioni) e David Hess, adatto nel suo ruolo di psicopatico. Infine la trama così inaspettata, così imprevedibile, del tipo “chissà cosa succederà fra dieci minuti”, fanno di questo film un puro gioiello in cui viene rappresentato al meglio la parte buona e quella malvagia dell’essere umano, il bene e il male, in particolare l’aspetto di dove può spingersi la follia umana.
Curiosità: il film è ambientato in California ma è stato girato in Abruzzo. 

Ps Per certi aspetti anticipa The Hitcher del 1986 (quindi ben nove anni prima) che tra l’altro non mi ha mai impressionato come film essendo un evidente ed eccessiva americanata….