Per iniziare quest'anno quale umile blogger cinematografico, ho deciso di fare un collage di più film.
Quindi se volete questo post lo facciamo diventare un quiz. Cercate d'indovinare da dove ho preso queste immagini: una è facile, un'altra un po' meno e l'altra ancora forse è molto difficile.
mercoledì 7 gennaio 2015
mercoledì 31 dicembre 2014
Giancarlo Giannini “Sono ancora un bambino (ma nessuno può sgridarmi)”
Se si vuole approfondire la
propria conoscenza cinematografica, è fondamentale leggere libri di persone che
hanno fatto la storia del cinema, magari attraversando più decenni (cosa non
facile), come nel caso dell’attore poliedrico Giancarlo Giannini, abile dal
passare dal drammatico come in Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto al comico come in Sessomatto (quest'ultimo film assai importante nel prosieguo della sua carriera).
E’ un libro diverso dagli altri
che ho letto (Francesco Rosi- Roger Moore).
Parla delle sue passioni; cucina,
elettronica, fotografia e ovviamente il mestiere dell’attore. Diverso perché
spiega in modo semplice aspetti tecnici del cinema. E lo spiega in effetti come
se fosse un bambino, un bambino molto maturo! E’ diverso perché si può leggere
anche se non si è visto qualche film ricordato dal Giannini; e vi assicuro che non
è poco, la lettura si fa meno pesante. Non segue una cronologia nei vari
capitoli, c’è una alternanza di ricordi che ci portano da un periodo anni 80/90
ad un altro precedente, apparentemente senza un filo conduttore. Ma il filo
c’è: è la sua passione nel descrivere il suo modo di vivere!
Un libro ricco di aneddoti,
sugli incontri con altri attori e attrici, le amicizie e le discussioni con i
registi e talvolta l’assistere a tensioni poco piacevoli come quella tra
Zurlini e Delon sul set de “La prima notte di quiete” (chissà
perché ma avevo la sensazione di una piccola stonatura, nonostante il film sia
ottimo).
Concludo con un dialogo tra
Marcello Mastroianni e lui stesso, due modi di approcciare nella recitazione praticamente opposti:
“Fottitene di capire, quando io ho fatto La notte di Antonioni, non ci ho capito niente, eppure è stato un
grande successo. Lascia fare ai registi. Che alla fine si arrangiano sempre.”
Ecco anch’io non c’ho capito nulla di quel film.. J
Ps nel libro non ha parlato mai
una volta del film Terra bruciata del 1999. Evidentemente non gli è piaciuto!
venerdì 19 dicembre 2014
Interstellar
Regista : Christopher Nolan
Anno: 2014
Attori: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, Matt Damon, John Lithgow, Wes Bentley, Casey Affleck
Prima d’iniziare voglio
ricordare una frase di Clint Eastwood: “Le opinioni sono come le palle. Ognuno
ha le sue”. Detto questo, come qualcuno di voi avrà notato, Interstellar
ha spaccato in due il pubblico: chi entusiasta, chi no. Io ad esempio non lo
sono. Dovrei fare qualche spoiler per argomentare, ma mi limiterò a non menzionare
i nomi dei personaggi.
Nolan è indubbiamente un bravo
regista, ma sicuramente è legato a qualche vincolo per fare un film così poco
coerente, un po’ ne carne ne pesce. La prima parte è introduttiva, a mio avviso buona, focalizzata
sulla caratterizzazione dei personaggi e sulla preparazione alla missione spaziale che fa
presagire ad una seconda parte più movimentata, con eventuali scene d’azione,
cosa che avviene solo in parte. E allora perché girare delle scene d’azione che
portano all’uscita di scena di qualche personaggio e che inevitabilmente portano
a dei dialoghi veramente ridicoli (ovviamente dei litigi) con una frase che sublima il tutto come “L’amore
va oltre la quinta dimensione”? Non si poteva scrivere una sceneggiatura senza gli
evidenti difetti che ci sono? Ovviamente qualche altro personaggio deve
impazzire durante il film, è logico no? Giusto per ravvivare la sceneggiatura. Tutti
quei colpi di scena lungo la seconda parte del film, per me non lo sono (almeno
per me sono alquanto prevedibili); è sceneggiatura banale che serve a dilatare
il film, per poi aggiungere un'altra scena d'azione. Furbo, no? Un po' d'azione, e un po' di sparate filosofiche sull'amore.
In altri termini, la sensazione
che ho è che Nolan voglia abbracciare una grossa fetta di pubblico per
accontentare un po’ tutti: se questo funzionava in “Inception”, qui inizia a
zoppicare. Ricollegandomi alla mitica frase di Eastwood ad inizio post,
ovviamente per qualche altro spettatore
tutti quei difetti possono diventare dei bellissimi pregi.
Musiche di Hans Zimmer: evidentemente un po' derivative (di stampo classico), ma la scelta credo sia stata quella giusta e il risultato a mio avviso è buono.
Insomma un bel mattone, dove i
sentimenti diabetici che vanno oltre la quinta dimensione non ci lasciano in
pace fino alla fine del film. In conclusione, un film a tratti anche bello
visivamente ma circa tre ore per spiegarci che l’amore va oltre lo spazio e il
tempo, me ne potevo stare a casa, senza contare i trenta minuti di pubblicità
assolutamente inaccettabili……
In ogni caso, ha avuto successo
al botteghino ed è quello che conta, giusto?
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lunedì 3 novembre 2014
Cuori solitari
Regista: Franco Giraldi
Attori: Ugo Tognazzi, Senta
Berger, Silvano Tranquilli
Anno:1970
Musica: Luis Bacalov
Una coppia borghese attraversa le
giornate come se fossero la fotocopia del giorno prima: la noia caratterizza la
loro vita, sempre più monotona. Per dare una bella sterzata, provano con gli
scambi di coppia.
Purtroppo nonostante dei buoni
momenti, francamente non si capiscono le intenzioni del regista se girare una commedia
all’italiana, un dramma o addirittura farne una miscela. Dopo il buon inizio
che promette bene, i difetti del film stanno nella mancanza di ritmo, che porta
inesorabilmente a qualche sbadiglio lungo il film e qualche scena post-68 che
diluisce la storia; in altri termini, c’è qualche lungaggine, qualche colpo a vuoto e qualche dialogo scritto di fretta, mentre altri sono riusciti (come nella prima parte). Insomma
le idee c’erano, ma manca la chiave di volta. Soprattutto nel finale quando
dovrebbe colpire nel segno e si rimane con un pugno di mosche in mano… Peccato, perché gli attori principali sono in forma, perfettamente calati nella parte.
Qualcosa da salvare però c’è, a
parte l’inizio. Verso la fine c’è un momento cruciale girato bene con
mestiere: Silvano Tranquilli dialoga con la Berger, ed esegue l’ultima opera di Beethoven, la Sonata 32 Opera 111. La scena ha un suo fascino che mi ha portato a conoscenza del fatto che nell’ultima sonata di Beethoven si
sentono dei barlumi di jazz. Per cui, personalmente, è stato un momento interessante per approfondire la mia cultura musicale. E per finire, buone le musiche di
Bacalov, sempre adatte al contesto comico o drammatico.
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sabato 4 ottobre 2014
Wolverine l'immortale
Regia: James Mangold
Attori: Hugh Jackman, Rila Fukushima, Tao Okamoto, Haruhico Yamanouchi
Attori: Hugh Jackman, Rila Fukushima, Tao Okamoto, Haruhico Yamanouchi
Anno: 2013
Dato che sono un appassionato di
fantascienza, e i film sugli X-Men non mi dispiacciono, un minimo di curiosità
verso questo spin-off ce l’avevo. Lo dico senza troppi giri di parole: il film
l’ho trovato francamente brutto. Nel complesso ovviamente. E difatti qualcosa
da salvare nella prima parte c’è come le scene d’azione rocambolesche sul treno
“proiettile”. Ma poi i dubbi di una sceneggiatura del tipo “mettiamo a sputo un
sacco di scene senza senso con un sacco di personaggi messi a caso” son venuti
a galla. Ne è venuto un film in cui praticamente tutti sono contro tutti, così
giusto per far divertire i nostri occhi ma onestamente il mio cervello ne è
rimasto irritato. Peccato perché Hugh Jackman è bravo, ormai calato nella
parte, anche le spalle femminili non sono male ma giunti alla fine si resta
dell’idea se c’era bisogno di fare un film calci pugni e schiaffi senza una
trama ben miscelata. In altri termini: questo è il film che meno mi è piaciuto
sugli X-Men.
Curiosità: la parte del vecchio Yashida è stata interpretata da Haruhico Yamanouchi, presente in film come "7 chili in 7 giorni" o nell'episodio "Vendetta cinese" della mitica serie tv "L'ispettore Coliandro".
E infine: ma di cosa è fatto quel
monumento che vedete alle spalle dei personaggi che resiste alla bomba atomica
e terremoto? Sarà il super-adamantio???
martedì 23 settembre 2014
Roger Moore: Il mio nome è Bond
Quand’ero ragazzino, vidi i
film della serie di 007, sia con Connery che con Moore. Ho sempre notato uno
stile diverso sia come interpretazione del personaggio ma anche a livello
sceneggiativo. Moore più ironico di Connery, e nei film con Moore c’è più
azione e più ritmo. Ognuno avrà
un suo Bond preferito, ma come impianto sceneggiativo ho sempre avuto una
preferenza per quelli con Moore. Difatti stiamo parlando di film anni 60, stile
più sobrio, e film anni 70-80, stile più veloce, più “casinista”. Insomma due mondi diversi.
Essendo cinefilo e cinecurioso,
mi son comprato questo libro biografico di Moore.
Come nel caso del bel libro-intervista di Francesco Rosi, anche qui c’è il solito problema: i libri autobiografici sono interessanti ma per goderseli appieno bisogna avere un minimo di conoscenza del periodo storico cinematografico (e in questo caso anche televisivo) che concerne la vita di quell’artista. Nel caso di Moore si va sostanzialmente dagli anni 50 fino agli anni 80-90 e difatti la parte a me più ostica riguarda gli anni 50.
Come nel caso del bel libro-intervista di Francesco Rosi, anche qui c’è il solito problema: i libri autobiografici sono interessanti ma per goderseli appieno bisogna avere un minimo di conoscenza del periodo storico cinematografico (e in questo caso anche televisivo) che concerne la vita di quell’artista. Nel caso di Moore si va sostanzialmente dagli anni 50 fino agli anni 80-90 e difatti la parte a me più ostica riguarda gli anni 50.
Indubbiamente il libro prende
una piega più interessante dal capitolo “Il Santo” (serie molto
celebre all’epoca ma che non ho mai visto), punto cruciale della sua carriera.
Dopo tale serie fece il ritorno al cinema che tanto aveva atteso prima con “L’uomo
che uccise se stesso”, una breve parentesi televisiva con “Attenti
a quei due” e poi l’inizio dell’avventura con la saga di 007,
intervallati da altri film come “Ci rivedremo all’inferno” con Lee
Marvin e “Attacco: Piattaforma Jennifer”. Un periodo
ricco di aneddoti, anche divertenti (come quello di David Niven che per motivi
oscuri aveva un critico contrario per il suo Oscar), quello che riguarda il
periodo anni 70, sicuramente il momento più saliente del libro. L’ultima parte
è dedicata al suo impegno per l’Unicef, impegno iniziato per merito di Audrey
Hepburn.
Per concludere se siete fan di
007 o semplicemente fan di Roger Moore, dato che sostanzialmente tutto il libro
è caratterizzato dall’ironia dell’attore inglese, vi consiglio di averlo;
altrimenti compratevi altri libri, l’importante è che vi sia il giusto
interesse.
Ps molti non hanno probabilmente capito l'importanza dell'interpretazione di Moore nei panni dell'agente 007, ma per certi versi ha anticipato il poliziotto Frank Drebin interpretato da Leslie Nielsen
Ps molti non hanno probabilmente capito l'importanza dell'interpretazione di Moore nei panni dell'agente 007, ma per certi versi ha anticipato il poliziotto Frank Drebin interpretato da Leslie Nielsen
venerdì 4 aprile 2014
Frase tratta dal film “Assassinio sull’Eiger”
Dopo un periodo di pausa,
passato a vedere film e qualche biciclettata nel Sulcis, torno a scrivere nel
mio blog. Onestamente, il film dopo un interessante avvio, non mi è piaciuto
del tutto e nella seconda parte la sceneggiatura zoppica. Proprio nelle fasi
iniziali c’è un simpatico dialogo tra una studentessa e il prof Hemlock condita
dalla frase finale pungente del grande Clint. Eccola:
Studentessa: “Prof Hemlock ci tengo a dirle che il suo
corso mi è piaciuto tanto…..però ho un problema, se non mantengo la media dei
voti perdo la borsa di studio……io voglio prendere un bel voto a tutti i costi…insomma sono disposta a fare
qualsiasi cosa, tutto quanto se necessario….”
Clint/Hemlock: “Questa è una proposta molto invitante. Lei
ha da fare stasera?”
Studentessa: “No!”
Clint/Hemlock: “Bene. Allora vada a casa, apra i libri e si consumi il culo a studiare.
Questo è il metodo migliore per mantenere alta la media. Ah senta! Non lo
consumi tutto!”
In ogni caso, per chi è fan del grande Clint Eastwood, almeno una visione di questo film la consiglio.
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