mercoledì 28 novembre 2012

Commedia trash italiana: aiuto!!!!


Post pubblicato nell'Aprile del 2011.
L'infermiera di Notte - Gloria Guida
Come ho detto in alcuni post precedenti è un periodo che guardo la commedia italiana anni 70-80, quella di Renato Pozzetto, Lino Banfi e Lando Buzzanca, per intenderci. Allora ho anche pensato di vedermi il cinema trash, quello culi e tette, con protagonisti in particolare Lino Banfi, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Gianfranco D’Angelo. E ovviamente con la gentil presenza delle Edwige Fenech, Gloria Guida e AnnaMaria Rizzoli. Quindi mi son visto andando per ordine: “La liceale seduce i professori” (un film decisamente brutto), “La liceale nella classe dei ripetenti”, “L’insegnante va in collegio”, “La ripetente fa l’occhietto al preside”, “La compagna di banco”, “L’insegnante viene a casa”, “La poliziotta fa carriera”, “La liceale, il diavolo e l’acquasanta” (questi ultimi due volendo, per essere buoni, son semi-trash), “Classe mista”, “La professoressa di scienze naturali” “La soldatessa alla visita militare”, “La soldatessa alle grandi manovre”, “La dottoressa ci sta con il colonello”, “La liceale con l’amica di papà”, “L’infermiera nella corsia dei militari”. Onestamente son film mediocri/scarsi, senza un minimo di trama o se ce l’hanno, le trame son tutte uguali (Banfi che è arrapeto, sposato che vuole trombare con la gnocca di turno, Gloria Guida o Edwige Fenech, ma alla fine gli va sempre male, a differenza dell’Alvaro Vitali che più o meno non andava mai in bianco). A dover di cronaca, qualche scena fa anche ridere, ma purtroppo rimane fine a se stessa e il fatto che siano stati fatti troppi film in poco tempo (dal 77 all’81) non ha giovato per scrivere delle sceneggiature decenti. Di conseguenza mi è sorta una domanda: ma con cinema trash si intende tutto il cinema in cui vi sono culi e tette o anche solo l’ombra? Ovvero: anche “La patata bollente” di Steno appartiene al cinema trash? Insomma, il punto della questione è se si è fatto di tutta un’erba un fascio per colpa di qualche film di scarsa fattura. Quello che ho sempre apprezzato in un film è la presenza di una trama, a prescindere dal genere, comico o drammatico, horror o musical, e a prescindere dalla presenza di culi e tette. Perché se la presenza di scene nude fa considerare buona parte della commedia italiana trash, allora anche "Basic Instinct" è trash! Ovviamente questa è una battuta.
Tuttavia ho riscontrato direi degli incredibili paradossi: “La liceale”, film che ha aperto la serie dei film scolastici, è un film non malvagio, con un finale quasi drammatico. Bravi gli attori: su tutti direi Gianfranco D’Angelo, Mario Carotenuto, Enzo Cannavale e Alvaro Vitali. A mio avviso, leggendarie alcune inquadrature in questo film da parte di Michele Massimo Tarantini (che poi non so si è ripetuto a questi livelli ma mi sa di no), in particolare la scena in cui la tipa bolognese avanza a gattoni verso Alvaro Vitali e lui esplode nel leggendario: “Caricaaaaaa!!!!”. Menzione a parte per il culo, il pelo e le tette della Gloria Guida, direi da antologia. Anche “L’affittacamere” (forse l’ultimo film decente di Mariano Laurenti) è un film gradevole che a ben vedere è lo specchio di quella realtà e anche quella di oggi! Guardare per credere! E per di più, c’è un Lino Banfi veramente in forma, straordinerio. E volendo anche “L’insegnante”, è un film salvabile, guardabile. Parlando in termini cronologici fino al 1975, i film erano ancora decenti. Poi tra il 77 e l’81 ci fu il periodo trash, caratterizzato da un innumerevole quantità di film ma purtroppo da una bassa qualità. Nei tre film che ho citato, sarà un caso, ma vi è la presenza del recentemente scomparso Enzo Cannavale, un bravo caratterista che gode di una filmografia positiva. Un film che poteva risultare un buon prodotto è “Per amore di Poppea”, film non brutto ma non completamente riuscito e tra l’altro è una strana miscela di film sexy e demenziale. Tant’è che la scena finale credo possa aver ispirato la scena a metà film de “La pazza storia del mondo” di Mel Brooks (la fuga con la biga). Inoltre vi sono film che hanno dei buoni primi tempi e delle scadenti secondi parti quali per esempio “L’onorevole con l’amante sotto il letto”. Un vero peccato perché il politico con il riporto calzava a pennello al buon Lino Banfi. Ultima critica: molto spesso alcuni film erano talmente troppo corali che non si capiva chi era o se c’era un protagonista. Insomma: dei veri e propri minestroni!
Un film che comunque merita un po’ di attenzione è “L’infermiera di notte”. E’ una commedia sexy-trash ma tutto sommato è guardabile, e a mio avviso, può essere considerato un cult per via della buona amalgama Banfi-Vitali-Carotenuto. Con questo film Gloria Guida entrò nel cervello di tutti gli italiani.
Per fortuna il buon Sergio Martino diede un senso alla carriera di Lino Banfi con film a tre episodi quali “Sabato, Domenica e Venerdì”, “Zucchero, miele e peperoncino” e “Ricchi, ricchissimi…praticamente in mutande”, sempre commedie erotiche ma con quel minimo di decenza che rende godibile la loro visione fino a dirigerlo nel celeberrimo “L’allenatore nel pallone” nel 1984.
In conclusione con questo post, vorrei semplicemente smuovere un po’ gli animi di alcuni italiani che a mio avviso pensano che esista solo il cinema d’autore (poi non so con quale coerenza parlano di Avatar come di capolavoro) oppure esaltano il cinema comico dei film demenziali di Mel Brooks o dei fratelli Zucker. Perché li esaltano? La mia sensazione è che sia un caso di esterofilia bello e buono e il fatto che ci sia voluto un italo-americano per rivalutare questo nostro cinema ne è la conferma.  

Ps se avete qualche consiglio da darmi in ambito della commedia sexy all’italiana, li accetto ben volentieri! 
Ps del Ps arriverà un nuovo post frutto dei successivi mesi (Aprile 2011-Novembre 2012) di visione di vari film italiani di quel periodo.

lunedì 19 novembre 2012

Il...BelPaese


Il …BelPaese è un film del 1977 diretto da Luciano Salce con protagonista Paolo Villaggio. Vi è anche la presenza femminile di Silvia Dionisio, personaggio grintoso e femminista del film. Non sto a fare una recensione di questo bel film che dava un bel spaccato dell’Italia di allora (anni 70) in modo ironico, ma riporto semplicemente qui un dialogo assai divertente che caratterizza molto bene i due personaggi, decisamente diversi fra di loro.
Lui in seguito ad un incidente in bicicletta è immobile nel letto con la gamba fratturata. Lei ha voglia di fare all’amore. Ecco il mitico dialogo dopo l’accoppiamento:

Lui: “Eh-eh…..di la verità…non avevi il coraggio di dirmelo, ma tu mi ami, vero?”
Lei: “Ma non dire cazzate!”
Lui: “Ehhh ma allora perché lo hai fatto?”
Lei: “Perché è il mio periodo fecondo e voglio avere un figlio. Servirà a realizzarmi.”
Lui: “Ma perché proprio con me?”
Lei: “Per pigrizia e non mi andava di cercarmi qualcun altro.”
Lei se ne va e Lui: “Ma allora mi hai trattato come un uomo oggetto!!!!”

In conclusione, consiglio vivamente di vedere questo film, per chi è amante dei mitici anni 70 e dell’Italia. Magari non è il massimo, ma ha delle scene cult!

Ps Per quanto riguarda Luciano Salce credo che prima o poi farò una recensione del film "L'anatra all'arancia", cult assoluto. 

Silvia Dionisio - Paolo Villaggio

venerdì 2 novembre 2012

Autostop Rosso Sangue


Regia: Pasquale Festa Campanile
Anno: 1977
Attori: Franco Nero, Corinne Clery, David Hess
Sceneggiatura: Aldo Crudo, Pasquale Festa Campanile, Ottavio Jemma
Musiche: Ennio Morricone


Autostop Rosso Sangue
Film diretto da Pasquale Festa Campanile. Se qualcuno conosce questo regista che trovo sia stato sottovalutato ai suoi tempi dalla critica, saprà che è stato un regista di film comici, alcuni dei veri e propri cult come “Quando le donne avevano la coda ” o il misconosciuto “Conviene far bene l’amore” oppure il famoso e discreto “Un povero ricco” con Renato Pozzetto. Questo film nella carriera del regista/sceneggiatore è come una mosca bianca, un thriller movie direi agghiacciante.
Walter Mancini (Franco Nero) ed Eve (Corinne Clery), sposati da nove anni, sono una coppia evidentemente poco felice, e passano le loro giornate in campeggio nella speranza di superare il periodo di crisi. Durante un viaggio in automobile, Eve decide di dare un passaggio ad un autostoppista, Adam Konitz (David Hess). L’autostoppista si rivela fin da subito un poco di buono che complicherà la vita della giovane coppia, già stressati di loro. Da qui in avanti, tra continui colpi di scena si arriva ad un finale inaspettato, un finale shock.
Il film è un capolavoro (a mio avviso, ovviamente) per svariati motivi. Vi è innanzitutto una buona caratterizzazione dei personaggi che danno l’idea della situazione drammatica in cui si trova la coppia di sposi. Le musiche di Ennio Morricone sono perfettamente adatte al contesto dark del film ovvero sono ossessive, caratterizzate da una chitarra acustica che fa venire i brividi, una melodia che penetra subito nelle meningi. La fotografia è altrettanto molto bella, con dei bei primi piani dei protagonisti, belle inquadrature lunghe, tese a soffermarsi sugli sguardi che mettono in evidenza lo stato psicologico e spirituale dei personaggi. Gli attori sono in stato di grazia: un Franco Nero in forma, una brava e bellissima Corinne Clery (nuda in più occasioni) e David Hess, adatto nel suo ruolo di psicopatico. Infine la trama così inaspettata, così imprevedibile, del tipo “chissà cosa succederà fra dieci minuti”, fanno di questo film un puro gioiello in cui viene rappresentato al meglio la parte buona e quella malvagia dell’essere umano, il bene e il male, in particolare l’aspetto di dove può spingersi la follia umana.
Curiosità: il film è ambientato in California ma è stato girato in Abruzzo. 

Ps Per certi aspetti anticipa The Hitcher del 1986 (quindi ben nove anni prima) che tra l’altro non mi ha mai impressionato come film essendo un evidente ed eccessiva americanata….

sabato 27 ottobre 2012

Casino Royale


Regia: John Huston, Val Guest, Ken Hughes, Joseph McGrath, Robert Parrish
Anno: 1967
Attori: David Niven, Ursula Andress, Peter Sellers, Barbara Bouchet, Woody Allen, Orson Welles
Musiche: Burt Bacharach

Casino Royale
Come sapranno i fan di 007, Casino Royale è il primo romanzo di Ian Fleming con protagonista James Bond. I diritti del libro furono venduti prima a Michael Garrison e Gregory Ratoff e successivamente alla morte di Ratoff, i diritti vennero venduti a Charles K. Feldman che propose negli anni 60 una collaborazione con Albert Broccoli e Saltzman, ma quest’ultimi rifiutarono. Così nel 1967 si decise di farne una parodia con un cast di attori veramente eccellenti. Ne uscì un film riuscito solo a metà: la trama è un po’ confusa, non si ride tanto (direi il più divertente Woody Allen) e il film è un po’ troppo lungo. Ovviamente il problema maggiore che balza agli occhi è la presenza di troppi attori, troppe stelle, troppa carne al fuoco. Ed è inoltre girato da ben cinque registi! Se si riesce ad arrivare un po’ in fondo è perché si è fan o di quello attore o di quella attrice. Comunque almeno una volta nella vita, questo film va visto, direi per curiosità.
A mio avviso, se c’è qualcosa di splendidamente riuscito è la colonna sonora composta da Burt Bacharach che firma delle musiche belle ed eleganti. E anche il duetto/non duetto Orson Welles-Peter Sellers è una buona parentesi del film. Non duetto perché i rapporti fra Sellers e Welles non erano buoni e tale film è noto anche per questo problema. Difatti la scena nel Casinò fu girata in controcampo. A creare altri problemi nella realizzazione del film, ci furono i problemi di coppia fra Sellers e la sua moglie di allora Britt Ekland che poi nel 1974, divenne bond-girl nel film “L’uomo con la pistola d’oro”. La storia del cinema ha sempre aneddoti in serbo….:) 

Peter Sellers - Ursula Andress - Orson Welles (partendo da sinistra verso destra)

sabato 20 ottobre 2012

The Rock


Regia: Michael Bay
Anno: 1996
Attori: Nicolas Cage, Sean Connery, Ed Harris

The Rock - Nicolas Cage, Sean Connery, Ed Harris
Un altro di quei film che non mi stanco mai di vedere!            
Si tratta del ricatto da parte di un plotone di militari capitanati dal Generale Hummel (Ed Harris) nei confronti degli Stati Uniti. Causa del ricatto è che alcuni soldati morti nella guerra del Vietnam non sono stati riconosciuti come validi soldati valorosi e quindi dimenticati. Se entro ventiquattro ore non vengono pagati vari milioni di dollari da devolvere fra loro stessi e le varie famiglie dei soldati morti, verranno lanciati quattro missili contenenti armi chimiche dall’isola di Alcatraz alla città di San Francisco. Non solo: ci sono anche 81 ostaggi nell’isola di Alcatraz e questo rende difficile la missione. In mezzo a questo casino si ritroveranno un chimico, Stanley Goodspeed (Nicolas Cage) e un ex-007 di Sua Maestà, John Patrick Mason (Sean Connery), nel tentativo di risolvere la situazione impossibile.
Il film, oltre ad essere bello carico di scene d’azione, è ricco di dialoghi comici, grotteschi che lo rendono gradevole e scorrevole, quindi farlo rientrare nel genere azione è riduttivo; diciamo comico d’azione. E’ il bello di questo film, la piacevole alternanza tra battute comiche e scene d’azione violente e turbolente. Ad esempio, dopo aver disinnescato una bomba e cercando di attuare un piano per disinnescare le restanti, il chimico dice: “Cercherò di fare del mio meglio” l’ex 007 risponde: “I perdenti parlano così. I vincenti vanno a letto con Miss College”. E il chimico: “Carla era Miss College” con uno sguardo da vero uomo duro, tutto d’un pezzo. Continui colpi di scena lungo tutto il film tengono alto il ritmo, senza tempi morti, nonostante la non breve durata del film, fino al finale incredibilmente appassionante con un turbinio di azioni a catena.
Gli attori in questo film sono a loro completo agio ed in splendida forma, con un Sean Connery sempre verde e con un Nicolas Cage perfetto nel suo ruolo anche un po’ ambiguo dell’incapace/ macho e che con questo film inizia una sorta di Trilogia che si chiude con Con Air e Face-Off, altri due film dove la miscela comico-azione viene ripetuta con successo. Da non dimenticare Ed Harris nella parte di un generale devoto alla patria ma anche profondamente legato ai suoi soldati, causa del suo gesto folle.
In conclusione, se volete passare una serata divertente, rilassante che allontana i vari stress, vi consiglio vivamente di vedere questo film che dal mio punto di vista è un capolavoro.
E’ proprio il caso di dirlo: è un film Prog Funky Jazz Metal, coerente nel suo genere dall’inizio alla fine!

venerdì 12 ottobre 2012

Milano Calibro 9


Regia: Fernando Di Leo
Sceneggiatura: Fernando Di Leo, Giorgio Scerbanenco
Anno: 1972
Attori: Gastone Moschin, Mario Adorf, Philippe Leroy, Lionel Stander,
           Barbara Bouchet, Frank Wolff, Luigi Pistilli, Ivo Garrani
Fotografia: Franco Villa
Musiche: Luis Bacalov e gli Osanna


Milano Calibro 9
Milano, Anni 70. A quanto pare la malavita si sta spostando verso il Nord e in particolare a Milano. Fin dall’inizio c’è un atmosfera particolare, della serie: la quiete prima della tempesta. Perché è quello che sta per succedere in una Milano plumbea. Un misterioso pacchetto contenente 300.000 dollari passa di mano in mano, ma qualcosa va storto e quei soldi diventano carta straccia. Passati tre anni, Ugo Piazza (Gastone Moschin) esce dal carcere e viene accusato dall'Americano (l'artefice del giro di soldi) di essersi impossessato dei 300.000 dollari.
Questo è un film noir (non un poliziesco, come erroneamente viene etichettato tale film da alcuni), ovvero i protagonisti sono i criminali e non i poliziotti, i punti di vista sono quindi ribaltati! E personalmente aggiungerei che la bravura di un regista di cinema noir sta nel farti diventare “simpatico” il malvivente tanto da farne il tifo per lui verso la fine del film, e non per il poliziotto di destra o di sinistra. Lungo tutto il film il ritmo è incalzante, condito da inquadrature geniali che fanno entrare lo spettatore dentro il film, fianco a fianco con i personaggi. Anche i poliziotti in qualche modo hanno il loro spazio in questo noir, con il commissario e il vicecommissario, uno reazionario, l’altro progressista. Interessante e riflessivo il dialogo fra i due, poco prima della tempesta finale. Colonna sonora maestosa, sublime, perfetta nell’accompagnare alcune scene di quiete o di violenza, che entra subito nelle cervella di un buon cultore di musica, firmata da Luis Bacalov e gli Osanna, con un inserimento di un pezzo dei New Trolls più Luis Bacalov del Concerto Grosso. Attori straordinari: da un imperscrutabile Gastone Moschin ad un egocentrico/camaleontico Mario Adorf, ad una sensuale Barbara Bouchet e ad un funzionale Lionel Stander, senza dimenticare un bravo Philippe Leroy. Ultimi venti minuti leggendari. E alla fine del film non è più chiaro chi siano i cattivi o i buoni, gli astuti o gli idioti…..
Film diretto dal giustamente rivalutato Fernando Di Leo, sceneggiato dallo stesso, sulla base di un libro di Giorgio Scerbanenco e soprattutto film seminale nel suo genere, pensando in particolare al recente "Romanzo Criminale" del 2005 e alla omonima serie televisiva.
Capolavoro del cinema italiano anni 70, storia del cinema. Con la C maiuscola.  

mercoledì 26 settembre 2012

Prometheus

Regia: Ridley Scott
Anno: 2012
Attori: Micheal Fassbender, Charlize Teron, Noomi Rapace

L’ultima tanto attesa fatica di Ridley Scott (per via del fatto che fosse il prequel o quasi del mitico film del 1979 Alien), infarcita di tanta pubblicità e di tanti money, a mio avviso è una mezza delusione. Per capire che in effetti non è il prequel, si deve vedere il film: alla fine si capirà che questo prodotto è una sorta di prequel dell'eventuale prequel!
Ma al di là di questo discorso che lascia un po’ il tempo che trova, il film come dicevo è un pò una delusione. Fin dai primi 10-15 minuti, non avevo buone sensazioni, ho avuto subito sensazioni di un film girato si bene ma con un aria di raffazzonamento qua e là che onestamente mi ha lasciato perplesso. In altri termini, non ho avuto la percezione di vedere un film ben costruito, ma piuttosto un film con tante scene, "incollate" un pò a forza, creando così un pò di confusione nello spettatore. Per quanto riguarda gli attori, buona la prova di Fassbender, che si è ispirato al personaggio di Lawrence D’Arabia e anche a quello di David Bowie del film “L’uomo che cadde sulla Terra” (e io aggiungerei che la sua camminata ricorda quella di Sheldon Cooper del Big Bang Theory) e non malvagie le prove delle donne Theron e Rapace. Inoltre ho visto il film in 3D per motivi di orario e francamente il 3D a parte qualche momento sembrava più un 2D. Belle alcune scene da un punto di vista visivo e personalmente, non mi è dispiaciuto il finale adrenalinico.

A quanto pare, stanno girando o mettendo giù le basi per girare il seguito di Prometheus, che mi auguro sia meno raffazzonato, più compatto e con una sceneggiatura un po’ più delineata e non con tanta carne al fuoco, come in questo lavoro, che alla fine crea dispersione e confusione.

Pascoski Trailer Prometheus


Prometheus