giovedì 19 settembre 2013

Il lento spogliarsi della donna nel cinema italiano

Tra gli anni 60 e i 70 ci fu una lento ma graduale e poi quasi violento, esponenziale spogliarsi delle attrici nel cinema italiano, chiaro riflesso dell’evolversi del contesto sociale di quegli anni, molto in fermento. Occorre precisare che ci furono dei topless prima di tale fermento con “La cena delle beffe” diretto da Blasetti, considerato il primo seno nudo ad opera di Clara Calamai nel 1941 seguito l’anno successivo dal seno nudo di Doris Duranti  nel lungometraggio “Carmela”. Ovviamente lo scandalo fu netto (per qualcuno, per qualcun altro forse no!). Ci fu anche un seno nudo in “Desiderio” di Rossellini, uscito nel 1946 ma all’epoca fu censurato. Facciamo un discreto salto temporale e andiamo al 1962, col film non proprio riuscito "l'Attico" di
Daniela Rocca - Philippe Leroy a letto stanco....

Gianni Puccini con Tomas Milian, Philippe Leroy, Walter Chiari e la protagonista Daniela Rocca. Per l'appunto la bella attrice mostra il bel seno per un attimo di lato, mentre si veste. E' un attimo che dura un secondo secco (un bell'attimo fuggente!).
Catherine Spaak in "Madamigella di Maupin"Forse il primo film dove si “vede” nuda una donna, per intero e ovviamente di schiena, è “Madamigella di Maupin” diretto da Mauro Bolognini, non proprio un film memorabile ma con una genialata: Catherine Spaak esce dalla vasca dove si sta facendo il bagno, ovviamente nuda, ma non viene inquadrata direttamente ma attraverso il riflesso dell’acqua. Siamo nel 1966. Sempre in quest'anno nel film "Una questione d'onore" di Luigi Zampa, ambientato in Sardegna, delle donne eseguono un ballo folkloristico intorno al protagonista Tognazzi, mostrando e strizzando il seno.
Donna sarda che strizza il seno verso Tognazzi

Da li in avanti arrivarono altri film dove la donna piano piano lentamente si gira mostrandoci prima "l’ombra" del seno, il seno lateralmente come ne "Il fischio al naso" di Ugo Tognazzi e "La Cina è vicina" di Marco Bellocchio, entrambi del 1967, e infine il seno frontalmente. Ormai ci siamo. Nel marzo del 1968 esce "Sequestro di persona" di Gianfranco Mingozzi, con Charlotte Rampling e Franco Nero. Proprio questi due attori fanno all'amore (ovviamente in macchina!) con primi piani del capezzolo di lei e di vicinanze delle zone intime ma per più del semplice secondo.
Sequestro di Persona - Charlotte Rampling


Nel 1969 inizia a farsi sul serio: con “Vedo nudo” di Dino Risi, proprio nell’ultimo episodio, balzano agli occhi innumerevoli seni e donne nude. In “Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano” del 1969 di Luigi Comencini, proprio verso la fine del film c’è una giovane Tina Aumont che passa furtivamente davanti alla telecamera con il folto pelo. Indimenticabile la Berger nuda nel letto. Nel 1971 è la volta della Fenech nell’interessante “Lo strano vizio della signora Wardh” con addirittura una scena di sesso e lunghi piani sequenza di lei nuda, e degli incantevoli nudi della Antonelli nel “Merlo maschio”. Nel Settembre 1972 uscì “Non si sevizia un paperino” con la scena incriminata della Bouchet nuda, rilassata e incurante del fatto che si faccia portare la bevanda da un bambino (a quanto pare la scena fu girata in controcampo e il bambino di spalle è un nano). Ovvero una splendida, ammaliante cattiva!
Barbara Bouchet in "Non si sevizia un paperino"

La giornalista che mostra le tette in "Vedo Nudo"
E arriviamo al film che fece scandalo ovvero “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. Film di culto, rivalutato negli anni a venire, le scene di sesso e i vari nudi della Schneider abbondano e fecero scalpore e di conseguenza il film non fu “capito”! Forse Bertolucci era avanti, forse la critica era un po’ indietro (ma non mi stupisce) e forse anche il pubblico….. In ogni caso ormai la donna era spogliata: vennero film come “Sessomatto”, “L’infermiera”, “La liceale” e tanti altri, in cui la donna si mostrava senza veli, in tutta la sua magnificenza, eleganza e bellezza disarmante.
Negli anni ancora a venire arrivarono altri nudi, più o meno celebri, e ci fu a mio avviso una degenerazione del fenomeno che sfociò nella serie di film culi e tette senza trama, eccetto qualche caso.
Dopo un post del genere è naturale essere un pò sconvolti.....

Nino Manfredi in "Vedo Nudo"

Ps dall’altra parte dell’oceano non conosco bene la situazione ma c’era Pam Grier che era di una bellezza allucinante…..
Ps del ps proprio l’altro giorno ho visto il bel film “Mafioso” di Lattuada con Sordi e Norma Bengell, e quest’ultima brasiliana fece il primo nudo nel film “Os Cafajestes” del 1962.
Ps del ps del ps il primo seno nudo accadde nel film "La corona di ferro" sempre diretto da Blasetti. Non viene considerato il primo seno nudo perchè l'attrice era vestita e s'intravede un pò il seno.


lunedì 19 agosto 2013

Tanti auguri, splendido sessantenne!

A suo tempo ebbi modo di vedere il bel Concerto Moretti a Cagliari e nella seconda parte dell'evento quando ripercorse alcuni versi tratti da "Caro Diario" esclamò: "Sono uno splendido quaranten...cinquant...sessantenne!". 
Oggi è il compleanno del buon Nanni Moretti, l'autore di film come "Bianca", "La messa è finita", il già citato "Caro Diario" e i recenti "Il Caimano" e "Habemus Papam", e anche attore di bei film interessanti come "Padre padrone" e "Il portaborse", compie sessant'anni. 
Fin dagli esordi di "Io sono autarchico" del 1976 (trasmesso proprio sabato notte su Raiuno), è evidente la voglia di costruire un cinema singolare, peculiare fatto di comicità riflessiva e non banale che porta lo spettatore a porsi domande magari inaspettate sulla vita di tutti i giorni. Un cinema originale, quasi una mosca bianca del cinema italiano, che non può che far che bene agli occhi (e al cervello) dei cinefili. 
Tanti auguri, Mr. Nanni Moretti!

Scena divertente di partita a carte da "Habemus Papam"

domenica 11 agosto 2013

Prime impressioni su Valerio Zurlini

Qualche tempo fa mi son imbattuto in un film particolare, che all’epoca fu anche fra i campioni d’incasso ovvero “La prima notte di quiete”, diretto dal regista Valerio Zurlini. L’impatto con il film è notevole: fotografia grigia, cast perfetto e inquadrature che lasciano il segno. Decido così di conoscere meglio la filmografia del Zurlini, un regista forse un po’ dimenticato. Quindi guardo “Cronaca familiare”, “Le ragazze di San Frediano” e “Estate violenta”.
In “Cronaca familiare” sono notevoli alcune inquadrature, soprattutto balza agli occhi il voler dare profondità con una prospettiva d’angolo, che da l’idea dello stato d’animo del protagonista (in tal caso interpretato da uno splendido Marcello Mastroianni) che subito si ripercuote sullo spettatore. L’impatto visivo ed emotivo è netto, e lo si sente. Tuttavia devo essere onesto: certi tempi li ho trovati eccessivamente lenti e un po’ pesanti, rendendo poco fluida la trama, a differenza del film del 72 che ho trovato assai scorrevole. Anche alcune scene di “Estate violenta”, il suo secondo lungometraggio, sono girate in modo meticoloso-maniacale, come quella in cui vi è un ottimo Enrico Maria Salerno, dando prova di una certa maturità.

In conclusione, prima o poi parlerò sicuramente de “La prima notte di quiete” ed eventualmente di altri film che non ho ancora visto come “La ragazza con la valigia” (nella lista dei 100 film italiani da salvare) o “Il deserto dei tartari”.

Marcello Mastroianni in "Cronaca Familiare"; notare la prospettiva d'angolo

martedì 23 luglio 2013

Breaking Bad: stagioni 1-2-3-4

Ideatore: Vince Gilligan
Attori: Bryan Cranston, Aaron Paul, Anna Gunn, Dean Norris, Betsy Brandt, RJ Mitte, Bob Hodenkirk, Giancarlo Esposito, Jonathan Banks.

Alternando la visione di vari film e prendendomi una pausa da Dexter, mi sono imbattuto in Breaking Bad, altra serie televisiva di culto.
Trama: Un professore di chimica, Walter White,  ha i mesi, anni contati per via di un male incurabile ai polmoni. Decide di dare una brusca sterzata al suo stile di vita abbastanza tranquillo e monotono, producendo metanfetamine con un suo ex alunno, Jesse Pinkman, che di chimica non ne capisce un bel nulla. Nascerà fra i due  un rapporto di amicizia, di odio, di amicizia etc. etc.

La prima stagione consta di sole sette puntate, in seguito allo sciopero dei sceneggiatori ma è una stagione importante perché serve per la caratterizzazione dei personaggi. Nelle successive stagioni, ci sono le conseguenti evoluzioni dei personaggi ed in particolare quella del protagonista Walter White, un vero dottor Jekyll e Mr Hide dei giorni nostri. Incredibile la sua evoluzione, la sua metamorfosi
Bryan Cranston in un momento di alta tensione (terza stagione)
durante il proseguo delle stagioni, un continuo lottare fra lui (quello che era prima) e il suo alter-ego (quello che sta diventando) che non può che appassionare lo spettatore. Caratteristica principale e peculiare di questa serie, è la sapiente alternanza tra parti calme e le parti esplosive che talvolta arrivano come un fulmine a ciel sereno. A differenza di altre serie (come per esempio Dexter), le stagioni sono consequenziali, quindi in un certo senso, le cinque stagioni potrebbero essere viste come un’unica bestiale stagione. Ovviamente, ci sono personaggi che vanno e vengono: geniale l’eccentrico avvocato Saul Goodman che dà brio a questa serie dalla seconda stagione in poi, quello che in effetti manca un po’ nella prima serie che ha soprattutto l’importanza di essere introduttiva. Altro punto di forza di questa serie, sono i notevoli dialoghi e le digressioni temporali che rendono ancora più interessante e avvolgente tutto l’iter narrativo.
A mio avviso, unico neo qualche tempo lento che trovo morto, che allunga-dilata la serie e che appesantisce (per esempio la decima puntata della terza stagione). Una curiosità: nell’ultima puntata della terza stagione si sente “Crapa pelada” del Quartetto Cetra, un grande omaggio. 
Ottima l’interpretazione del protagonista Bryan Cranston, attore rilanciato anche nel mondo del cinema grazie a questa serie in film come “Argo” e “Drive”.  Ma anche tutto il resto del cast è all’altezza del protagonista, come per esempio Aaron Paul che grazie alla sua interpretazione i sceneggiatori decisero di non fare morire il suo personaggio nella prima stagione. E non dimentichiamoci di Giancarlo Esposito! La sua interpretazione da personaggio dallo sguardo imperscrutabile, misurato e al tempo stesso uomo senza scrupoli è notevole. In ogni caso, non è un personaggio negativo: ha un suo codice.
Per ora ho visto le prime quattro stagioni e mi manca la quinta e definitiva stagione, dove credo verranno svelati gli ultimi misteriosi segreti.
In ogni caso, se pensate di avere delle potenzialità nascoste, se avete voglia di una vita rocambolesca, guardatevi questa geniale serie, però non mettevi a produrre droga, soprattutto se avete un cognato poliziotto… 

domenica 21 luglio 2013

Due film apparentemente diversi

In questo semplice post (vecchio del Giugno 2011) mettendo a confronto due immagini emblematiche di due film di genere completamente diverso si capisce che in qualche modo i film hanno lo stesso obiettivo: il spiegare il senso della vita, il viaggio dell’inconscio dell’uomo nella vita di tutti i giorni.
Una foto riguarda “2001: Odissea nello spazio”, l’altra uno dei film simbolo della commedia sexy all’italiana “L’infermiera di Notte”. Confrontando le immagini, guardando le facce dei due protagonisti, si capisce quasi la loro impotenza rispetto allo spazio esterno: la differenza è che uno è basito di fronte allo spazio totale, l’altro è basito dallo spazio locale. Ma di fatto, la reazione è la stessa: di fronte al divenire dello spazio esterno (galassie rotanti, sistemi binari che emettono raggi x per accrescimento, computer con un’anima bastarda da una parte, tettole provocanti dall’altra) l’uomo rimane esterrefatto e capisce che in fondo siamo solo di passaggio e non siamo soli nell’universo. Ovvero da una parte esiste l’universo tutto, dall’altra esistono anche le donne che sono l’universo degli uomini sul pianeta Terra.
Quindi, in conclusione, se “2001: Odissea nello spazio” è uno dei più grandi film di tutti i tempi, anche “L’infermiera di Notte” da oggi meriterebbe una posizione più consona nel mondo del cinema.

Mi raccomando piano con gli insulti……:)


   


Ps prima o poi farò una filmografia consigliata del mitico Lino Banfi (un 70% l'ho visto) e di tanti altri attori.....

domenica 7 luglio 2013

Filmografia consigliata del Pozzetto

Propongo qui una lista di film consigliata dell’attore comico Renato Pozzetto.
Alcuni film non saranno capolavori, ma almeno sono più che guardabili e dignitosi. Direi con una sola parola, semplici. Ecco la lista di film, grosso modo in linea cronologica (dove non vi è scritto nulla a fianco del titolo, vuol dire che il Pozzetto è l’attore protagonista di quel film):

La Poliziotta (attore non protagonista) diretto da Steno. La protagonista è l’indimenticabile Mariangela Melato con un ottimo cast. Film drammatico. Da vedere.
Paolo Barca, Maestro elementare, praticamente nudista  diretto da Flavio Mogherini. Non proprio un film perfetto, ma ha delle scene memorabili.                        
Di che segno sei? di Sergio Corbucci. Film a 4 episodi. Tutti gli episodi son riusciti, ma il migliore è l’ultimo con Sordi.
Oh, Serafina!  diretto da Alberto Lattuada. Forse un film sottovalutato….
Ecco noi per esempio…  diretto da Sergio Corbucci
Agenzia Riccardo Finzi….praticamente detective  diretto da Bruno Corbucci
La Patata Bollente  diretto da Steno. Cult!
Fico D’India   diretto da Steno. Steno è una garanzia, e Pozzetto e Aldo Maccione formano una bella coppia assortita. Un po’ misconosciuto, ma figo!
Zucchero miele e peperoncino   diretto da Sergio Martino. Film a episodi. Divertente. 
Uno contro l’altro praticamente amici  diretto da Bruno Corbucci
Culo e camicia. Film a due episodi, il suo è il migliore. Qui un assaggio.
La casa stregata   diretto da Bruno Corbucci
Ricchi Ricchissimi… praticamente in mutande   diretto da Sergio Martino. Film a episodi mitico.
Il ragazzo di campagna  diretto da Castellano e Pipolo. Uno dei film maggiormente passati in tv.
Da grande di Franco Amurri. Film intelligente e originale.
Le comiche di Neri Parenti.

Altri tre film che potrebbero piacere a molti altri sono:
Gran Bollito diretto da Mauro Bolognini. Film drammatico e soprattutto nella prima parte lento. Dipende assai dai gusti personali l’eventuale piacevole visione.
Sono Fotogenico. Diretto da Dino Risi
Saxophone diretto dallo stesso Pozzetto.

Va detto che la filmografia del comico lombardo ha un buon rapporto quantità-qualità. Quindi anche film come Mani di Fata, Un povero ricco o E' arrivato mio fratello ve li consiglio.

Ps con questo post inizio la serie della filmografie consigliate da me. Ogni tanto verranno aggiornate, dato che non conosco di nessun-attore regista tutta la filmografia. Spero d’incuriosirvi.

sabato 22 giugno 2013

La più bella serata della mia vita

Regista: Ettore Scola
Sceneggiatura: Ettore Scola, Sergio Amidei
Attori: Alberto Sordi, Janet Agren, Michel Simon, Charles Vanel, Claude Dauphin e Pierre Brasseur
Anno: 1972

Tratto dal libro “La Panne. Una storia ancora possibile” di Friedrich Dȕrrenmatt,
il film è stato adattato da Ettore Scola e Sergio Amidei e in un certo senso “italianizzato”.
Un certo Alfredo Rossi (Alberto Sordi) va in Svizzera per riscuotere una gran bella cifra di denaro. Non riesce ad arrivare in tempo in banca e nel frattempo da buon italiano, amante delle donne, insegue focosamente una bella motociclista. Ad un tratto l’automobile che guida (una Maserati) va in panne e passa la giornata e la nottata in un castello presieduto da magistrati tutti in pensione. Per scherzo, verrà processato.
E’ un film particolare, coraggioso. Coraggioso perché un’opera drammatica è stata spostata verso una sponda più comica, con un tono più vicino alla commedia. Qualcuno potrebbe pensare ad una snaturazione dell’opera. No, a mio avviso, è stata italianizzata.
Il film è una chiara rappresentazione dell’italiano medio, un profondo atto d’accusa nei confronti di una società poco seria, nei confronti di tutti i Dottor Rossi che spacciano il loro diploma per una laurea, nei confronti di chi ha una Maserati per sentirsi un borghese di alto bordo (un po’ come oggi che chi non ha l’Iphone da 800 euro è un minchione fuori moda), nei confronti di chi affronta la vita sempre in modo esageratamente allegro e mai serio. Per fare ciò, chiaramente occorreva spostare l'asse drammatico verso un asse più comico.
Film scorrevole e attuale, forse più oggi che allora, un film che ha retto all’usura del tempo e che (forse) addirittura è “maturato”. Splendido Sordi, in piena forma, istrionico. Chi meglio di lui poteva mettere in luce le caratteristiche dell’italiano medio, dell’italianità che sfociano nell’emblematica e paradossale scena dell’arringa? Ad uno straripante Sordi, fanno da contrappunto i giudici seriosi, ottimamente interpretati da mostri sacri del cinema francese ovvero Michel Simon, Charles Vanel, Claude Dauphin e Pierre Brasseur. Da non dimenticare, Janet Agren, bella e brava.
Ottime le musiche di Armando Trovajoli , veramente interessanti, messe al punto giusto, la fotografia di Claudio Cirillo e la scenografia di Luciano Ricceri.

In conclusione, film per me sublime, notevole, da non sottovalutare.